Il profumo di Marinella | di Crescenzo Marino

Vincenzo amava raccontare storie, belle, struggenti, sconosciute, perdute o dimenticate. Animo sensibile e attento osservatore sapeva bene che era possibile trovarle, spesso senza nemmeno cercarle, un po’ ovunque. Nei meandri misteriosi di vite vissute intensamente, tra le pagine malinconiche di libri impolverati perché da troppo tempo trascurati, sui muri scrostati di case desolate e abbandonate, tra i solchi scavati dalle rughe sulla pelle e nell’anima di uomini e donne con la schiena incurvata dalla fatica, nei cassetti di vecchie scrivanie che ancora profumano di inchiostro e risuonano di lezioni ripetute ad alta voce affinché restassero impresse, ai tempi della scuola, nella mente e nel cuore. 

Quella sera, come mille altre volte gli era capitato fare, nel mentre scriveva, rigorosamente a mano, seduto alla sua scrivania, aprì un cassetto in cerca di una gomma per cancellare e, non riuscendo a trovarla, cominciò a rovistare fin nel fondo dello stesso, ritrovandosi fra le dita un foglio di carta più volte ripiegato ed ingiallito dal tempo, messo lì chissà quando e poi dimenticato. Senza chiedersi il perché, spinto da una voce mai sentita prima nella testa, l’aveva spiegato lentamente e con cura, per paura di romperlo, e aveva cominciato a leggere le poche righe che lo segnavano indelebilmente: Battipaglia 14 febbraio 1983 – Se mai un giorno dovessi perderti io proprio non saprei da dove cominciare a dimenticarti. Marinella. Appena ebbe finito di leggere, improvvisamente, precipitò in un vertiginoso flashback e si ritrovò felice con lei in un tenero abbraccio che conservava inconsapevolmente nel più profondo dell’animo e che gli diede la sensazione di non aver mai smesso di stringerla forte. Si riaffacciarono davanti ai suoi occhi i giorni del tutto è possibile e del chi se ne frega. Dei sospiri e degli affanni infiniti e brevissimi, delle tentazioni sempre nuove e della voglia mai appagata di starsi addosso. Dei sogni ad occhi aperti, del coraggio e della bellezza di due ragazzi che si amavano e non c’erano per nessun altro al mondo perché finiti altrove, in viaggi senza meta, per sentieri mai battuti.

Quando poi si riprese e tornò dov’era con la mente, gli parve, e se ne stupì piacevolmente, di sentire il profumo di Marinella addosso. “Mi avrà sicuramente dimenticato”, pensò tra sé e sé. Quarant’anni senza mai più vedersi, parlarsi, sfiorarsi anche soltanto con gli sguardi da lontano, son tanti anche per una storia che si credeva diversa e infinita. “O forse no?”, si chiese, preso da uno strano turbamento, sorridendo eccitato nel mentre la accarezzava con il pensiero. Certe storie d’amore vero non sanno proprio finire, sono pazienti come le preghiere più potenti, e restano sospese nel tempo a vagare nell’immenso in attesa dell’eterno ritorno.

4 novembre 2023 – © riproduzione riservata

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