Il pino di via Magellano
[di Simona Otranto]
Percorrendo via Belvedere in direzione Bellizzi, girando a sinistra per raggiungere la scuola dell’infanzia Paolo Borsellino, plesso secondario periferico dell’Istituto comprensivo Gatto, sulla destra, si incontra un piccolo pezzo di poesia urbana. La scena è quella di un abbraccio: tra una vecchia fabbrica abbandonata e un maestoso e bellissimo Pinus pinea, un imponente pino domestico, tipicamente mediterraneo.
Doveva essere un tempo un’industria di trasformazione lattiero casearia di cui oggi non rimane che uno scheletro e un mosaico di tasselli bianchi su viola che riporta in caratteri maiuscoli la scritta ILCA.
La struttura, attraverso una sorta di prolungamento della copertura avvolge affettuosamente il tronco dell’albero che, a sua volta, si appoggia come a cercare sostegno. Le radici sono completamente inghiottite dal cemento. La chioma è verde e ampia.
Il fatto che sia stato realizzato un foro nel tetto per permettere al tronco di continuare a crescere racconta di una sensibilità rara, d’altri tempi o, viceversa, di straordinaria modernità: un gesto che va oltre la mera razionale funzionalità edilizia. È un atto di dialogo e di rispetto tra l’opera dell’uomo e quella della natura che colpisce e incanta. Giusto o sbagliato che sia.

Il cuore della fabbrica ha da tempo smesso di battere, ma i due continuano tenersi stretti: il pino con la sua chioma la difende dalla rovina totale mentre la fabbrica gli fa da rifugio, da appoggio solido contro il vento. Una convivenza improbabile ma tenace. Così, a Battipaglia, i due resistono nel loro abbraccio in un patto tra forza antica e rovine, tra vita che continua e memoria che resiste.
Il pino domestico (Pinus pinea L.) è un albero sempreverde della famiglia delle Pinaceae, tipico dei paesaggi mediterranei. Può raggiungere i 25 metri di altezza e si riconosce facilmente per la chioma a ombrello molto ampia e regolare degli esemplari adulti. La corteccia, spessa e rugosa, ha un colore bruno-rossastro e con l’età tende a fessurarsi in grandi placche. Le foglie sono aghiformi, rigide, di colore verde scuro, lunghe dai 10 ai 20 centimetri, e sono riunite a coppie, come avviene in molte specie del genere Pinus. È una pianta monoica, cioè, porta sullo stesso individuo sia fiori maschili che femminili. I fiori maschili sono piccoli amenti giallastri, mentre quelli femminili formano piccoli coni verdastri che, dopo l’impollinazione, si sviluppano in pigne. Queste sono grandi e globose, lunghe 8-15 centimetri, e impiegano circa tre anni per maturare. Al loro interno custodiscono i pinoli, semi commestibili molto apprezzati nell’alimentazione.
27 settembre 2025 – © riproduzione riservata






