Il Natale e la famiglia

Il Natale è una festività che unisce grandi e piccini, innanzitutto per il significato religioso che essa riveste, ma anche per il suo aspetto magico e suggestivo, in cui i bambini si pongono in una condizione di emozionante attesa legata all’arrivo di Babbo Natale e dei suoi doni. Attesa che permette ai genitori di rivivere, insieme ai propri figli, le loro nostalgiche fantasie infantili. Genitori e figli dovranno vivere insieme tutte le fasi della festa, dagli addobbi alla costruzione del presepe, passando per la preparazione dei dolci tradizionali e l’allestimento del pranzo o della cena con i parenti. D’altronde, spesso, il festeggiamento del natale unisce anche la famiglia allargata: è usanza comune che i genitori scelgano di trascorrere i giorni di festa con le proprie famiglie d’origine e che i bambini si ritrovino così a festeggiare anche con i nonni, gli zii e i cugini.

Al di là della gioia per i regali e le attenzioni ricevute, il festeggiamento del Natale con la famiglia, così come le altre radicate tradizioni, per il bambino assumono il significato di un’appartenenza  e di un legame che gli forniscono una sicurezza affettiva ed emotiva importanti per la crescita. Attraverso l’esperienza di questo rito familiare, il bambino impara anche a conoscere e a far sue le tradizioni specifiche della sua famiglia, come ad esempio l’usanza di festeggiare la vigilia in casa dei nonni paterni o materni, quella di scambiarsi i doni il giorno stesso della vigilia o dopo il pranzo di Natale, come anche la tradizione dei giochi delle carte e della tombola, che quasi sempre vede coinvolte le tre generazioni dei nonni, dei genitori e dei figli. Anche per le mamme e i papà, così come per i bambini, la festività del Natale rappresenta un momento importante attraverso il quale poter ripensare e rivivere i propri legami familiari, soprattutto in un’epoca in cui sempre più si assiste ad una crescente e minacciosa fragilità del sistema familiare e ad un forte cambiamento dei suoi valori fondanti. Natale è la festa della famiglia: l’immagine canonica della notte santa è quella della famiglia che si ritrova intorno a un tavolo imbandito, scarta i doni sotto l’albero, si reca in chiesa allo scoccare della mezzanotte.  Purtroppo, però, questa circostanza gioiosa può accrescere la sofferenza di quei bambini che non hanno una famiglia unita e che quindi vivono il Natale come un momento di stress emotivo.
Quella delle famiglie divise è una realtà molto presente nel nostro Paese.  Non sono pochi i bambini che devono scegliere se passare il Natale con la mamma o con il papà. La  coppia, in sede di ricorso per separazione consensuale o su ordine del giudice in sentenza, concorda una suddivisione flessibile del periodo, che permette ai genitori di conciliare gli impegni con eventuali trasferte. Tuttavia è buona norma stabilire che, tra il Natale e il Capodanno, il figlio trascorra una delle due festività con il papà e l’altra con la mamma. Magari prevedendo un’alternanza nel corso degli anni. E al di là delle pratiche giudiziarie, è meglio, per il bambino,  vedere la propria famiglia riunita almeno per la festa, o mantenere separati i momenti di festeggiamento per non confonderlo. Ogni figlio desidera vedere insieme i genitori nelle occasioni per lui importanti: la recita, il compleanno, la gara sportiva. Ciò vale, a maggior ragione, per il figlio di genitori separati. Ma il punto è un altro; è necessario valutare la qualità della relazione che i genitori hanno tra loro: se il rapporto tra gli ex coniugi è conflittuale, sarà opportuno ridurre al minimo i momenti comuni, che costituirebbero solo occasioni di scontro.

11 dicembre 2015 – © Riproduzione riservata
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