Il mare non è inquinato, è solo sporco

Nei giorni in cui dalle analisi dell’Arpac il mare risultava non inquinato e veniva revocato il divieto di balneazione, una “misteriosa” alga guastava la festa ai bagnanti e ai titolari di stabilimenti balneari 

Nonostante la tregua concessa dal caldo, a mantenere alte le temperature nelle ultime settimane è stata l’annosa questione sulla condizione delle acque del litorale battipagliese. Tra maggio e giugno si sono alternate dalla Residenza Comunale le ordinanze di divieto di balneazione con le revoche parziali e totali, confermando uno stato di “criticità” per il comune di Battipaglia, riportato nella relazione dell’ARPAC redatta all’inizio di luglio.
Tuttavia, i risultati dei prelievi effettuati nella prima decade di luglio, pubblicati dall’Agenzia regionale e successivi alla suddetta relazione, hanno mostrato uno stato di salute delle acque decisamente migliorato, esente dalla presenza di escherichia coli ed enterococchi intestinali, e la riammissione alla balneazione per le aree denominate Spineta Nuova e Lido Spineta, adiacenti alla foce del fiume Tusciano notoriamente inquinato. Soddisfazione per l’amministrazione comunale che, per il secondo anno consecutivo, intasca un esito positivo dopo quindici anni negativi, grazie anche alla più efficiente depurazione, ottenuta dopo la sostituzione delle griglie al depuratore di Tavernola effettuata dall’Asis a giugno, che ha portato la capacità di trattamento delle acque reflue dai 40 litri per secondo degli anni passati ai 150 di oggi.
Però, il destino è beffardo. Neanche il tempo di prelevare i campioni del successo che, all’indomani, sulla spiaggia i cittadini e i gestori dei lidi hanno dovuto fare i conti con una brutta sorpresa: un’acqua dalla colorazione indecisa tra il giallo e il marrone e la presenza copiosa di alghe dalla consistenza viscosa.
Mentre i bagnanti lasciavano le spiagge con la paura di aver a che fare con uno scempio ambientale, e i titolari delle strutture vedevano la stagione balneare compromessa, prontamente allertati, sono intervenuti gli agenti della Polizia municipale. Dopo giorni infuocati tra polemiche e dita puntate contro il depuratore di Tavernola, gli accertamenti hanno escluso il suo malfunzionamento. Come ha spiega la sindaca Cecilia Francese, oltre al fatto che l’insistenza delle mucillagini interessava l’area nei pressi dell’Idrovora, la loro presenza non era riconducibile all’attività dell’impianto di depurazione. La stessa sindaca, dopo le numerose segnalazioni dei cittadini sui social, ha interpellato il Consorzio di Bonifica in Destra del Fiume Sele, addebitando ad esso la responsabilità e chiedendo un intervento “urgente”.

Proprio la prima cittadina, successivamente, ha smentito il coinvolgimento dell’ente dopo il confronto con il presidente, Vito Busillo, il quale avrebbe assicurato che nessuna attività di apertura e sversamento delle acque provenienti dai canali di irrigazione si sarebbe compiuta.
In un’intervista la Francese racconta dei sopralluoghi effettuati, con l’ausilio di esperti, che imputerebbero la presenza delle alghe ad un processo naturale. Le temperature elevate del mese di giugno avrebbero permesso la prolificazione cospicua della posidonia oceanica, pianta acquatica (e non alga) presente sui nostri fondali marini, di cui si sarebbe verificata una moria di massa trascinata a riva dalle correnti marine. Questo evento non intaccherebbe la balneabilità e l’intera stagione estiva.
Eppure, questa spiegazione sembra non aver convinto tutti. La richiesta di intervento straordinario dell’ARPAC e della privata Neotes, per analizzare la provenienza di questa insolita vegetazione, crea sospetto. Alcune voci, invece, riferiscono che l’aspetto melmoso di questa “alga”, e le mucillagini, ricorderebbe la vegetazione presente nei canali di irrigazione. Presumibilmente, la bonifica dei canali per l’irrigazione dei campi c’è stata, senza tener conto delle conseguenze. Magari ritenuta necessaria a causa delle piogge incessanti di maggio che hanno intasato i canali, paralizzando le attività dell’ente nei tempi favorevoli.
C’è da chiedersi cosa accadrà se il risultato delle analisi di queste “alghe” (ancora non disponibili) indicherà il Consorzio come presumibile responsabile di un’azione di bonifica “intempestiva”, nel bel mezzo della stagione balneare. Per ora, dalla dirigenza dell’Ufficio tecnico del comune di Battipaglia arrivano notizie sulla volontà di voler incontrare i dirigenti del Consorzio di bonifica destra Sele, per pianificare un calendario di interventi adeguato alle esigenze di tutti.
Così come ci viene raccontata la situazione appare paradossale. Parafrasando una vecchia réclame, si potrebbe dire: il mare non è inquinato, è solo sporco. 

Jessica Moscato

Nella foto in alto: Un canale che sfocia nel mare tra Eboli e Battipaglia.
Nella foto al centro: L’acqua del mare prima del 15 luglio.
Nella foto in basso: Le alghe (?) apparse dopo il 15 luglio.

26 luglio 2019 – © Riproduzione riservata

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