Il corpo non mente
[di Donatella Palazzo – psicologa]
Viviamo in una società frenetica che spesso ci costringe a correre e a ignorare ciò che il corpo ci sta dicendo. Eppure, il nostro corpo parla sempre, in silenzio, attraverso la postura, che diventa l’immagine visibile del nostro mondo interiore. È la posizione che il corpo assume nello spazio, condizionata anche da emozioni, relazioni, abitudini e personalità. Lo stress, l’ansia, la tristezza e persino la felicità si riflettono sul modo in cui stiamo seduti, camminiamo, respiriamo. E, a loro volta, le posture influenzano il nostro umore. Non è un caso che quando siamo tristi tendiamo a chiuderci, incurvare la schiena, abbassare la testa e comprimere il torace, limitando la respirazione e la circolazione dell’ossigeno. Questo circolo vizioso comunica al cervello un messaggio di malessere, abbattimento, stanchezza. Al contrario, una postura eretta, aperta, con le spalle rilassate e il petto libero, favorisce un miglior respiro, aumenta i livelli di energia e contribuisce a migliorare il tono dell’umore. Anche emozioni intense come la rabbia modificano il nostro assetto corporeo: il viso si contrae, le sopracciglia si avvicinano, i pugni si chiudono, il petto si gonfia e il battito cardiaco accelera.
Lo stress si manifesta spesso con rigidità muscolare, respiro corto e agitato, tensione costante in tutto il corpo. Ma cos’è lo stress? Rappresenta uno stato di disfunzione e di alterazione psicocorporei, e può diventare cronico; così, è chiamato distress, ovvero l’incapacità di ritrovare uno stato di rilassamento profondo, di quiete dopo periodi di tensione, attivazione e impegno nel fronteggiare difficoltà. Accettare le proprie emozioni è fondamentale per iniziare a riconoscere l’impatto che hanno sul nostro corpo. Diventare consapevoli delle sensazioni fisiche ed emotive ci permette di modificare, correggere. Una postura corretta, oltre a dare sollievo alla schiena e prevenire dolori, migliora la respirazione, favorisce la concentrazione, riduce lo stress, promuove fiducia in se stessi e aiuta il buon funzionamento degli organi interni.
Ma c’è un altro fattore che gioca un ruolo decisivo nella gestione dello stress: la personalità. Ognuno di noi reagisce in modo diverso agli eventi stressanti, e ciò dipende in gran parte dai tratti di personalità. Secondo il modello dei Big Five, la personalità si articola in cinque dimensioni: estroversione, stabilità emotiva, coscienziosità, apertura e piacevolezza. Studi recenti dimostrano che chi ha alti livelli di estroversione, apertura, piacevolezza e coscienziosità tende a percepire meno stress, grazie a una maggiore rete di supporto sociale, a un migliore autocontrollo e a una visione più aperta e flessibile della realtà. Al contrario, chi presenta un alto livello di stabilità emotiva sperimenta con maggiore intensità le emozioni negative ed è più esposto allo stress. Questo stato di tensione mentale può causare: indebolimento del sistema immunitario, disturbi cardiovascolari, difficoltà cognitive, insonnia, problemi alimentari, panico e senso di colpa.
Accettare la realtà per quella che è, senza opporsi continuamente a ciò che non possiamo cambiare, ci aiuta a ridurre la sofferenza. Essere compassionevoli verso se stessi ci permette di accogliere le fragilità e fallimenti senza giudizio. La psicoterapia può offrire strumenti concreti per modificare pensieri disfunzionali, aumentare l’autostima, imparare a dire di no, esprimere le emozioni, rilassare il corpo e focalizzarsi sul presente. Il corpo non mente. E, quando lo ascoltiamo davvero, può diventare il nostro miglior alleato per stare bene, dentro e fuori.
11 ottobre 2025 – © riproduzione riservata





