Il Comune investe o sperpera?

Il nostro movimento politico culturale stigmatizza con forza gli ultimi accadimenti relativi all’uso del danaro pubblico da parte dell’amministrazione comunale Francese. Preannunciando successive azioni di approfondimento, con associazioni del territorio e con alcuni consiglieri comunali che hanno mostrato già la loro disponibilità a farsi portavoce delle nostre istanze, mettiamo sotto la lente di ingrandimento in primo luogo la questione dell’affidamento dei cani randagi accalappiati sul nostro territorio con un bando non pubblicato all’albo pretorio: un bando che costa all’ente cinquecentomila euro. Una cifra a nostro avviso spropositata, dal momento che non sappiamo a quanto ammonta la diaria per ogni singolo randagio e quanti sono i randagi affidati alla società vincitrice con sede a Giugliano (NA). Ma, soprattutto, un bando che rende impossibile seguire la filiera delle adozioni e il controllo della gestione e del trattamento dei nostri randagi. 

La Cassazione ha stabilito che i cani sono animali da compagnia, che non vanno tenuti in cattività: ma il trasferimento di tutti i nostri randagi a Giugliano significa non poterne seguire la storia e togliere alle associazioni animaliste la possibilità di procedere proprio all’affido controllato degli animali. Ledendo la dignità dell’animale e mortificando il lungo, gratuito, lavoro degli animalisti (ai quali negli ultimi anni ci si è affidati per risolvere le problematiche). 

Le questioni sulle quali chiediamo conto al Comune sono diverse: sulla base di cosa è stato quantificato l’importo di 500.000 euro? Quanti sono i cani randagi e quanto costa la “retta” giornaliera? Perché non sono state consultate preventivamente le associazioni animaliste? Non si poteva lavorare con affidamenti diretti alle stesse associazioni con importi al di sotto dei 30.000 euro? In quale modo sarà garantito il controllo sullo stato degli animali del nostro territorio portati a Giugliano? Su questo, con l’attività del nostro legale, l’avvocato Paola Contursi, siamo intenzionati ad andare fino in fondo. 

Inoltre, chiediamo lumi all’amministrazione comunale anche sull’af-fidamento di un incarico a uno studio legale esterno (per ventiseimila euro circa) per stilare la valutazione sullo stato di fatto e sulle successive possibili azioni relative al Piu Europa. Una vicenda che tiene banco da un decennio in città e che di certo deve essere affrontata seriamente e fattivamente ma, ci domandiamo, possibile che debba farlo uno studio legale esterno? Possibile che l’Ufficio legale dell’ente, con tre legali dipendenti, non sia nelle condizioni di fare questo lavoro? Delle due l’una: o la sindaca
Cecilia Francese
non ha fiducia nei suoi legali, o l’Ufficio legale è rimasto senza avvocati. Perché diversamente non si comprende perché chiedere – e pagare – pareri esterni. Ci auguriamo che almeno su questo l’ente risponda, magari smentendo le nostre parole, e rassicurando i cittadini sul fatto che i soldi pubblici non siano sprecati in incarichi inutili per la comunità.

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