Ieri, oggi, domani

[di Francesco Bonito]

Locandina-Scuola

Ieri. “Battipaglia Amarcord” è il nome della mostra fotografica che Nero su Bianco dedica alla città (in ultima pagina tutte le informazioni) e alla quale ho il piacere di invitare tutti i battipagliesi. Più di centocinquanta foto raccolte dal nostro giornale in dieci anni consentiranno ai visitatori un viaggio indietro nel tempo, dal 1910 alla fine degli anni Sessanta. Il tutto grazie alla generosità dei lettori che hanno voluto condividere con i concittadini un ricordo, un’immagine; tanti frammenti che uniti ricostruiscono quella memoria collettiva che è la pietra angolare della costruzione di ogni comunità. Un percorso emotivo che racconta una Battipaglia bella, pulita, operosa. Chi la ricorda potrà ritrovarla, chi è più giovane avrà la sorpresa di scoprirla.

Oggi. In città non si parla d’altro che del Piano urbanistico comunale: per i più significa parlare di cemento. Ho già scritto del cemento come fulcro attorno al quale ruota quasi tutta l’attività politica cittadina e, a dimostrare la tesi, appena i Commissari hanno messo il naso nella materia si è scatenato un putiferio. Si va dai dotti interventi degli addetti ai lavori, ai primitivi attacchi personali ai tre vice prefetti; dalle questioni di principio sulla legittimità a deliberare, alla pubblicazione online dei rimborsi carburante. Non entro nel merito, non essendo un addetto ai lavori né un soggetto “interessato” al mattone, ma mi stupiscono certe osservazioni. A quelli che rivendicano la natura politica della materia, osservando che il futuro urbanistico di una città dovrebbe essere deciso dal consiglio comunale e non da una commissione di burocrati “forestieri”, chiedo: ma se la classe politica non riesce a deliberare sullo spinoso argomento (dal 1972 non si aggiorna lo strumento urbanistico) non è un bene per la comunità che il lavoro lo comincino altri? E poi, sempre per qualcuno, pare che come progettare la Battipaglia del domani sia questione da dibattere tra una ristretta elite di tecnici, gli addetti ai lavori. Ma l’opinione dei cittadini non interessa? Potendo scegliere, i battipagliesi voterebbero per un’area di parcheggio o per un palazzo di sette piani? Preferirebbero un parco pubblico o un centro uffici multicolor? Una pista ciclabile o altro cemento? Chi in questo periodo è impegnato in campagne d’ascolto, dovrebbe chiederlo, cercando di capire se ai cittadini interessa sapere chi deve progettare o, piuttosto, come va progettata la Battipaglia del domani. Le risposte potrebbero essere illuminanti.

Domani. Il titolo in prima pagina non è una scelta casuale, né vuole denotare una resa passiva al destino: avremo una Battipaglia che assomiglierà a questa o non accadrà mai? Al contrario. Vuole ricordare la possibilità di scegliere, l’opzione che hanno i cittadini tra domani e mai. Piace una Battipaglia che recuperi una vocazione agricola e sviluppi finalmente le sue potenzialità turistiche o no? Piace l’idea di un futuro con più verde, meno cemento, piste ciclabili, giardini pubblici, o no?

In conclusione, consentitemi un appello ai Commissari e al futuro Sindaco: per tirar fuori la città dal pantano (sarebbe la seconda volta, la prima fu una bonifica fisica) occorre prima di tutto ripristinare una salubre qualità del mare e dell’aria. Al di là dei dati Arpac sulla balneabilità, tutti sappiamo che senza un mare di nuovo pulito non c’è futuro per Battipaglia; lo stesso vale per l’aria che, evidenzio ai funzionari “forestieri”, soprattutto la notte è irrespirabile. Fate qualcosa, fatelo presto.

31 luglio 2015 – © Riproduzione riservata
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