Gerardo Motta ci sarà

MottaGerardo01Se il tempo sia davvero galantuomo, nessuno può dirlo con certezza. Gerardo Motta, che questo vecchio adagio l’ha più volte citato in consiglio comunale e dal palco del suo ultimo comizio, ci crede e ne ha trovato conferma nelle vicende battipagliesi. Forte di questa convinzione, ha deciso di puntare alla poltrona più importante della città: quella del sindaco. Lo stesso scranno dal quale «la sciagura Santomauro», come Motta stesso definisce l’ultima amministrazione comunale, ha «polverizzato il Comune». I modelli ai quali si ispira l’ex leader del centrodestra battipagliese? De Luca e Alfieri, ai quali i fratelli Motta hanno garantito il proprio appoggio. Un appoggio, che in un primo momento aveva fatto urlare allo scandalo. L’uomo forte, amico delle forze dell’ordine, che appoggia il partito di Santomauro e, magari, che prepara persino una candidatura nel partito di Renzi.

Un’ipotesi, che in breve ha scatenato un temibile fuoco incrociato, da destra e sinistra. In breve i Motta si sono trovati a dover fronteggiare l’establishment provinciale del Pd, ma anche e soprattutto l’ira funesta dei tanti che riconoscevano nell’ex consigliere comunale la colonna portante del centrodestra battipagliese. Ma di acqua sotto i ponti, ne è passata tanta. I tempi durante i quali Motta e Edmondo Cirielli camminavano sotto braccio, sono ormai solo un ricordo.

Oggi Gerardo Motta è un cittadino, che nulla ha più a che fare con quel mondo. Lo dice a chiare lettere, nello “studio ovale” dell’azienda di famiglia. Con una copia di un dipinto di Jacques-Louis David, ritraente Napoleone mentre supera le Alpi, l’ex presidente del consiglio comunale riserva sfilettate per chiunque. In primo luogo a chi ha ventilato l’ipotesi di un Motta piddino: «Qualcuno purtroppo si è arrogato il diritto di pronunciarsi sulla mia scelta – ha spiegato con la solita ironia Motta – io ho dato una interpretazione a questa cosa: forse se non parlano di me, non vengono neanche presi in considerazione dai giornali». Anche se riesce difficile pensare a un appoggio disinteressato, Motta è pronto a giurare che la sua posizione sulle prossime elezioni regionali è tutt’altro che strategica. È una questione di uomini, secondo l’ex consigliere, e non di alleanze.

Ma l’attacco, non è rivolto soltanto ai tanti che hanno accolto con ironia la presunta conversione di Motta al Partito democratico. Lo sguardo critico dell’ex candidato sindaco è rivolto anche verso chi ha già avanzato la propria candidatura. Il ragionamento di Motta è semplice, ma efficace: «Oggi scopro una serie di iniziative che vorrebbero far passare per nuovo persone e modi che nuovi non sono – dice Motta – per cui, se la realtà è questa, io non sono vecchio e mi candido senza liste di partito, perché i partiti non rappresentano più i cittadini e il territorio». Un modo elegante per dire: se Inverso, Francese, Barile, Ciotti e Vitolo sono il nuovo che avanza, Gerardo Motta non resta certo a guardare.

«Le idee ci sono», ribadisce più volte Motta. Dall’utilizzo dei fondi europei, al recupero della fascia costiera, dalla linea ferroviaria ad alta velocità, allo svincolo autostradale, il neo candidato sindaco promette un netto cambio col passato: «Riempiamo le liste di contenuti, di persone nuove che possano dare il proprio contributo, senza aspettarsi nulla in cambio: la politica del mercimonio che c’è stata, ma per quello che mi riguarda, non ci sarà».

10 aprile 2015 – © Riproduzione riservata

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