Fos, sono ore decisive

[di Stefania Battista]

Il cinese, il giapponese e l’italiano. Sembra l’incipit di una delle barzellette che circolavano anni fa e che tuttora fanno sorridere. E invece sarebbero le uniche notizie, non confermate, circa i possibili acquirenti dello stabilimento battipagliese della Prysmian Fos. Ma i lavoratori, tuttora in presidio permanente dinanzi ai cancelli di quello che è stato finora uno dei capisaldi dell’industria italiana nel settore della fibra ottica, non la trovano per nulla divertente. Il destino dei 300 dipendenti, insieme a quello di coloro che lavoravano per l’indotto, sembra segnato. Da Roma è giunta la nuova convocazione al Ministero per le Imprese e il Made in Italy con una data leggermente posticipata rispetto alle anticipazioni. Lavoratori e sindacati saranno ricevuti lunedì 11 marzo. Ma questa volta temono di ricevere pessime notizie. 

Domenico Zottoli, consigliere comunale e sindacalista Fos, si fa portavoce del timore diffuso: «Temiamo che la proprietà si presenti con il provvedimento di licenziamento collettivo. Di questi tre fantomatici possibili acquirenti interessati a rilevare lo stabilimento non abbiamo saputo più nulla. E ormai sono quasi sei mesi che siamo in cassa integrazione. Non sono pochi per trovare una soluzione, che sia esso un imprenditore o magari una cordata interessata ad acquistare la fabbrica. Certo non vogliamo né possiamo perdere le speranze. Anzi. Non abbiamo alcuna intenzione di arrenderci. Per questo stiamo preparando una grande mobilitazione e speriamo di avere al nostro fianco non solo la città di Battipaglia, ma l’intero comprensorio».

Il corteo di protesta è fissato per il 18 marzo: è attesa una grande mobilitazione. L’obiettivo è far comprendere a livello nazionale che perdere lo stabilimento Fos di Battipaglia è un fallimento per l’intera nazione, incapace di difendere le proprie eccellenze di fronte ad una concorrenza agguerrita sì, ma qualitativamente assai debole.

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