E ora scomparite!

[di Francesco Bonito]

VergognaDa dove cominciare? Dalla vergogna che proviamo per questa pagina nera. Vergogna per essere stati rappresentati così indegnamente e per una condanna severa ma inevitabile, disprezzo per coloro che hanno trascinato nel fango la nostra città. Alla vergogna e al disprezzo si affianca anche la speranza di non rivedere più alla guida delle nostre istituzioni comunali alcuni protagonisti (pochi ma influenti) della scena politica degli ultimi anni: personaggi a cui abbiamo conferito l’incarico di amministrare la città e che, non solo non sono stati all’altezza del compito, ma hanno danneggiato le istituzioni e i cittadini, determinando una gravissima crisi morale prima ancora che economica e sociale. A questi dico: fatevi da parte, tornate al vostro lavoro (se ne avete uno), scomparite, fate dimenticare la vostra faccia! Per anni abbiamo denunciato il vostro esiziale spadroneggiare, vi abbiamo udito in consiglio comunale violentare la lingua italiana e mortificare la logica, vi abbiamo visto aggredire verbalmente e calunniare gli oppositori, forti di qualche centinaio di voti presi e della complice disponibilità dei consiglieri trasformisti. Avete ripetuto per quattro anni con infantile inconsapevolezza che “chi vince comanda, chi prende i voti decide!”, l’unico primordiale concetto protodemocratico che avete creduto di comprendere. Ebbene, avete governato, deciso, comandato: questo è il risultato. La festa è finita. A giorni leggeremo le motivazioni del decreto di scioglimento del consiglio comunale, forse saranno individuate responsabilità anche delle precedenti amministrazioni, ma un fatto è certo: il vostro nome si legherà per sempre a questa vergognosa pagina, sarete ricordati per questo. Mettetelo nel vostro curriculum politico.

Il disprezzo si trasforma in pena per i servi traditori. Hanno ragione gli anglosassoni: quando la nave affonda i topi sono i primi ad abbandonarla. E così, dei tanti pretoriani di Santomauro che con varie qualifiche hanno servito il dominus – autisti, lacchè, consiglieri, portaborse, bracci destri, galoppini, delegati a ripetere “dissociata” in consiglio comunale, pennivendoli, e altro – oggi non si trova nessuna traccia. In privato, ma anche in pubblico, tutti contro l’ex sindaco in disgrazia. Oggi tacciono anche quelli che lo osannavano come un Messia dalle colonne del giornalino “governativo” pagato coi soldi dei contribuenti battipagliesi. Se fosse ancora in edicola, Il Battipagliese titolerebbe così: “Scioglimento del Comune: un altro impegno mantenuto”.

Per non parlare delle reazioni al provvedimento. Nessuno dell’ex maggioranza è reperibile o disponibile per un commento. Nessuna autocritica. Prevale la rimozione. Lo stesso PD si limita a inviare comunicati stampa che sembrano spediti da Marte. La scorsa settimana erano al lavoro per allestire le liste elettorali per garantire un futuro luminoso alla città. Da venerdì dichiarano di non voler commentare fino a quando non si conosceranno le motivazioni dello scioglimento; magari si scopre che gli illeciti si riferiscono agli anni del sindaco Moncharmont, e così sono salvi. Della serie: non c’ero e se c’ero dormivo.

Trovo superficiale e irresponsabile anche l’atteggiamento di chi minimizza, di chi dice o scrive che Battipaglia non è la città della camorra, anche se poi scrive Camorra con la maiuscola, forse in segno di rispetto. È evidente che Battipaglia non è una città in mano alla criminalità organizzata, e questo grazie alla maggioranza dei suoi cittadini, persone per bene, laboriose, oneste. Ma negare che ci siano stati ripetuti strappi alla legalità, non censurare ed emarginare i responsabili, sottovalutare questi primi inquietanti segnali può essere molto pericoloso. Attenti a minimizzare, a dimenticare in fretta: la punizione è stata severa ma, in parte, ce la siamo meritata.

10 aprile 2014 – © Riproduzione riservata

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