Cristo si è fermato a Eboli. Pisano a Battipaglia?

[di Francesco Bonito]

prima-n263
Mettiamoci d’accordo, mettetevi d’accordo. Quale futuro per Battipaglia? Volete puntare sulla riqualificazione della fascia costiera, sul mare di nuovo pulito, sulla produzione agroalimentare di eccellenza, sul turismo? Oppure volete scommettere sul nuovo improbabile miracolo industriale di casa nostra? Agricoltura e turismo oppure industria e inquinamento (nei limiti consentiti dalla legge, ovviamente)?  Perché a un certo punto una scelta va fatta. Nell’ultima campagna elettorale tutti a promettere più tutela dell’ambiente e vivibilità, il sogno di una Battipaglia più sana e più bella,  col mare blu e l’aria profumata. Adesso, coerentemente, mi aspetterei tutti contro l’eventualità di ospitare una fonderia a un chilometro dal centro cittadino. Oppure no. Ma allora ditelo, prendete una posizione e spiegateci quali saranno i vantaggi per la nostra comunità: benessere e occupazione? Difficile rispondere e ancor più essere convincenti.
Anche perché, visto che la fonderia Pisano ha già il problema di non licenziare i suoi dipendenti, quanti posti di lavoro potrebbero “uscire” per noi indigeni? Una decina da spartirsi in una probabile lottizzazione stile Prima Repubblica? O forse è tutto già deciso e non si ha il coraggio di ammetterlo? Credo di no, spero di no. La sindaca ha preso una posizione netta, dichiarando il suo impegno a tutelare gli interessi e la salute dei concittadini (vedi intervista sul numero precedente), e non abbiamo motivo di dubitare che lo farà. Speriamo che basti la parola!
I battipagliesi non hanno dimenticato quanto accadde una quindicina d’anni fa, quando qualcuno si prodigava per ospitare il cosiddetto Cdr a Battipaglia, qualcun altro fingeva di opporsi e tutti ci raccontavano che sarebbe caduta la manna dal cielo: occupazione, sviluppo, soldi del ristoro ambientale e, perfino,  profumo di ciclamini. Sappiamo come è andata a finire:  i giochi erano già fatti, e le promesse di salubrità sono state spazzate via dall’olezzo.
La materia è delicata, in gioco c’è il futuro di Battipaglia, perciò il nostro giornale ha deciso di tenere alta l’attenzione e di porre delle domande, attendendo le risposte, senza voler anticipare le conclusioni. Ma sono soprattutto i cittadini che devono chiedersi cosa vorrebbero per Battipaglia e pretenderlo da chi è stato delegato al governo della comunità. Ognuno può scegliere come crede, secondo la sua personale valutazione, dopo essersi informato, dopo aver valutato i pro e i contro. Tutti hanno il diritto di sapere, riflettere e scegliere, così come i politici che, però, hanno un dovere in più: quello di non essere reticenti e di dire sempre la verità fino in fondo.
Io ho deciso cosa fare: telefonerò al candidato consigliere e al candidato sindaco da me votati e dirò la mia opinione e la scelta che vorrei fosse fatta. È il massimo che posso chiedere a me stesso e a loro. Chi, come me, farà queste due telefonate, chi chiamerà le due persone votate a giugno, oppure l’amico assessore, spiegando il proprio punto di vista, chiedendo un’azione forte nella direzione scelta, darà un senso a quella delega e, soprattutto, dignità e responsabilità a quel delegato.

11 novembre 2016 – © Riproduzione riservata
Facebooktwittermail