Che bella scoperta! | di Eliana Ferraioli

Era una mite giornata di marzo, la Primavera era esplosa ormai da qualche settimana in città: il sole risplendeva nel cielo terso, luminoso più che mai; l’aria profumava di fiori freschi, gli alberi, a poco a poco, si tingevano di mille colori; il cinguettio degli uccelli risuonava vivace per le strade, che, però, apparivano deserte o quasi…
…Sarebbe questo l’incipit ideale per dare inizio ad un bel racconto, uno di quelli in cui si parla di avventure fantastiche ed eroi straordinari, ma spesso la realtà è ben diversa dalle favole che abbiamo ascoltato da bambini, e talvolta, fa paura parlarne. La nostra Nazione e, nel suo piccolo, la nostra città, Battipaglia, stanno attraversando un momento storico terribile, uno di quelli che non ti augureresti mai di vivere. Speri sia tutto un incubo, dal quale ti sveglierai presto, frutto della tua fervida immaginazione, oppure un film prodotto da quella di un bravo regista: scene irreali che hai potuto osservare da incredulo spettatore solo nella sala buia di un cinema, certo che tutto ciò che hai visto, non potrà mai accadere nella realtà, almeno non adesso, e soprattutto nel Paese in cui vivi. Ma poi, un brutto giorno, ti svegli e capisci che è tutto reale: sta accadendo proprio a te, nella tua piccola città e ti senti talmente indifeso di fronte a un nemico altrettanto piccolo, ma in fondo così grande, che non puoi fare a meno di avere paura.
Sono giorni di profonda paura, di grandi incertezze, di confusione: ognuno di noi prova una certa diffidenza nei confronti del prossimo e così ce ne stiamo tutti o quasi rinchiusi nelle nostre tane, come animali in letargo, desiderosi di uscire allo scoperto a vedere la luce ma impossibilitati a farlo, come se fossimo imprigionati nelle tenebre.
In fondo, ci viene chiesto solo di stare a casa, di aspettare, di essere cittadini consapevoli e giudiziosi, di rispettare poche semplici regole e sperare… 
Ma perché per molti è così difficile stare a casa? Forse perché ci sentiamo privati della libertà, il bene più prezioso che un uomo possa desiderare? O forse perché questo maledetto virus ci ha costretti a guardarci nel profondo, a confrontarci con noi stessi, con le nostre paure più recondite?
E se guardassimo il lato positivo? Mi direte, come può esserci un lato positivo? Questo piccolissimo nemico invisibile ci ha costretto a cambiare le nostre abitudini, a rallentare i nostri ritmi: adesso non abbiamo più scuse, non siamo più presi da mille impegni con i quali costruiamo alibi per sfuggire da noi stessi e dagli altri, adesso è tempo di fermarci inevitabilmente, e forse, questo non è del tutto un male. Possiamo guardare negli occhi le persone che vivono con noi ogni giorno e ringraziarle per il solo motivo di esserci sempre, qualunque cosa accada. Possiamo iniziare a dare il giusto valore a cose e persone che prima davamo per scontate. 
Io sono a casa da qualche giorno, e ho riscoperto angoli della mia stanza inesplorati, dove avevo sepolto vecchie fotografie, che a riguardarle, mi hanno fatto ricordare di bei momenti e vecchi amici. Ho scoperto che il paesaggio dal balcone di casa mia non è così male, soprattutto se in compagnia di un buon libro e con l’autostrada meno intasata dal via vai dei mezzi in corsa. Ho scoperto di essere in grado di fare degli ottimi dolci, senza mandare a fuoco la cucina! Ho scoperto di avere dei vicini simpatici (con i quali prima a stento scambiavo qualche convenevole), che cantano e suonano dai loro balconi rallegrandoci la giornata. Ho capito che sono grata a quanti eroi silenziosi in questa città non possono stare a casa per permettere a noi di stare tranquilli.

20 marzo 2020 – © Riproduzione riservata

Facebooktwittermail