C’eravamo tanto armati

[di Ernesto Giacomino]

Giornate frenetiche, per il Pd cittadino. Un po’con lo stesso calendario del calciomercato si cercano gli ultimi colpi a sorpresa, l’ingaggio in extremis del fuoriclasse ricercato, la puntatina fuorisede per scovare il talento a basso costo sfuggito agli occhi degli altri osservatori. Il passaggio all’Udc del Sindaco, per quanto ci si ostini a negarlo, ha leso equilibri che si credevano rodati e costretto gli ex quasi-compagni di sezione a correre ai ripari per non perdere peso in Consiglio Comunale. Nonostante l’affanno di consiglieri e direttivo della sinistra locale, che continuano a parlare di Santomauro con quelle eterne venature rosastre da romanzo d’amore, lasciando sul fronte dell’opposizione vera i soli vessilli di Pdl, Fl ed Etica per il Buon Governo. Magari, chissà, con l’eventualità di aggiungerci qualche coccio dell’Idv particolarmente deluso dalla piega fratricida presa dalle vicende interne al partito.
Già: il peso. È la molla che sta facendo scattare la diplomazia politica, lo sguinzagliamento di procuratori e procacciatori per munire di tessera Pd qualunque consigliere alleato ma accidentalmente salito al Palazzo con una lista diversa. Si è prossimi ad accaparrarsi Bonavita e Tramontano, ad esempio, cui finora nessuno aveva avuto cuore di dire che la civica Battipaglia Domani era ormai Battipaglia Ieri, per cui cotanto attaccamento al colore non solo non aveva motivo d’esistere ma risultava anacronistico se non dannoso. Fonti accreditate, poi, parlano di ripetuti tentativi di portarsi al di qua anche Michele Di Benedetto, attuale capogruppo Idv, a patto che l’attuale conflitto con i dipietristi di Franco Manzi si riveli effettivamente insanabile. E infine, non cessano le speranze di riportare all’ovile talune pecorelle inizialmente ascese allo scanno comunale col Pd ma poi migrate altrove per dissidi o opportunità di carriera.
Parva materia, comunque: se prima eravamo in due a ballare l’hully gully, adesso saremo in… quattro? Cinque? Sei? Ancora poco: sul fronte Udc, vuoi o non vuoi, il numero è a due cifre. La domanda, a questo punto, sorge cesarea (ché la spontanea non s’usa più, è il diktat di ogni reparto di ostetricia): perché un partito che comunque resta nella maggioranza di Consiglio ha tutta questa necessità di tirarsi dentro quanti più nomi possibile? O meglio: premesso che ormai il partito di maggioranza assoluta è e resterà l’Udc, cosa cambierà, un domani, nell’avere cinque consiglieri anziché due (salvo, ovviamente, la possibilità di accaparrarsi qualche assessorato in più)?
Una risposta, in verità, potrebbe fornircela la fisica nucleare. È comunque un implemento di massa atomica, ecco cosa. Un ingrossarsi del nucleo, con maggiori possibilità di sprigionare energia, di allestirsi intorno un campo gravitazionale capace di catturare – voracemente e rapidamente – altri elementi che capitino in orbita. Un modo come un altro per dire a Santomauro: ecco, vedi, attento, ci siamo anche noi, ci bastano altri tre o quattro nomi e facciamo traballare la baracca. Il che, vista l’inattaccabilità dell’idillio tra Sindaco e Pd, è come convolare a nozze dichiarando di amarsi alla follia ma pretendendo di stipulare precisi e cavillosi contratti prematrimoniali.
In tutto ciò, c’è chi ancora invoca una scelta di coerenza e spera in un Pd che abbandoni i giochetti di mercato e resti fedele al mandato dei suoi elettori, magari passando dignitosamente all’opposizione. O forse no, mi confondo: magari era solo una battuta di Zelig.

13 luglio 2012 – © riproduzione riservata

Facebooktwittermail