Cemento audere semper

[di Francesco Bonito]

Tre sequestri di immobili da parte dell’autorità giudiziaria negli ultimi mesi non possono passare inosservati, devono spingere tutti a riflettere. Premetto che non mi riferirò alle vicende recenti, confido che i protagonisti chiariscano le loro posizioni e valuto gli avvisi di garanzia come provvedimenti a tutela degli indagati. Gli ultimi fatti di cronaca giudiziaria mi servono solo da spunto per una riflessione più generale sulla nostra città. Il tema è: edificare. Edificare è l’azione più ricorrente sul nostro territorio, ma non solo, è anche quella a cui sono connesse gran parte delle attività di imprenditori, politici, amministratori e funzionari comunali. Battipaglia, fin dagli anni sessanta, ruota intorno all’edilizia, questo “motore immobile” che muove tutto, che ha creato dal nulla una città, che ha fatto la fortuna di qualche famiglia e ha “orientato” l’azione politica di quasi tutte le amministrazioni comunali fino ad oggi.
Edilizia, croce e delizia, si potrebbe sintetizzare. Il problema è che la croce quasi sempre la portano i battipagliesi, costretti a sopravvivere in un paesone sgraziato, urbanisticamente caotico e primitivo, nel quale il cemento ha sopraffatto e annichilito la natura, cancellando per sempre quello che Battipaglia, con una classe dirigente meno inadeguata o asservita, poteva diventare: una cittadina-giardino, immersa nel verde e a due passi dal mare. Invece, guardatevi intorno e giudicate voi.
Negli ultimi anni il quadro si è ulteriormente aggravato favorendo una situazione di caos urbanistico organizzato; sorgono palazzi o interi complessi residenziali che, in fase di ultimazione, spesso vengono bloccati dalla magistratura che indaga su presunte irregolarità. Il deprecabile risultato è che in città si moltiplicano i condomini fantasma, gli scheletri di cemento che restano a monito delle future generazioni, vestigia della nostra storia. E non si capisce perché si finisca sempre più spesso così: è la magistratura che non sa leggere le carte? Sono gli uffici comunali competenti che rilasciano licenze “generose”? E se sono i costruttori a imbrogliare, perché i controlli sono sempre tardivi e mai preventivi o in fase iniziale? Di chiunque sia la responsabilità è evidente il danno incalcolabile che si produce agli imprenditori (quelli con le carte in regola) e, soprattutto, ai cittadini battipagliesi. Certo non aiuta la confusione dovuta ad un Piano Regolatore che risale agli anni settanta e che, nonostante le promesse degli ultimi quattro sindaci, non si riesce ad aggiornare (a quanto pare nemmeno a trovare, visto che nell’ultima vicenda si fa riferimento alla mancanza di un documento originale, autenticato!).

Ma questa poco edificante situazione di disordine e di incertezza del diritto cui prodest? Fatevi la domanda, cari lettori, e datevi la risposta.

5 aprile 2012 – © Riproduzione riservata

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