Caccia al tesoretto

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Si sente molto parlare di una cifra vicina ai 2 milioni di euro “ritrovata” cercando nelle pieghe dei bilanci del Comune. Ma esiste questo tesoretto?

Continua il lavoro certosino dell’amministrazione comunale alla ricerca di economie di bilancio che permettano l’esecuzione delle azioni previste dal programma politico della sindaca Cecilia Francese. Alcuni organi di stampa hanno parlato di una somma vicina ai 2.6 milioni di euro, recuperabile dopo la ricognizione effettuata dagli uffici finanziari dell’Ente, su indicazione dell’assessore Catarozzo, frutto di un risparmio derivante da finanziamenti e mutui non utilizzati. La sindaca si è detta entusiasta per l’enorme lavoro svolto dall’assessore e dagli uffici comunali che a sua detta potrebbe servire, fatti salvi i vincoli burocratici, a finanziare la manutenzione delle strade e l’aggiornamento del sistema informatico dell’Ente. Tutto molto bello, viene da dire, però qualche interrogativo sulla natura, sul reale volume e sulle possibilità di destinazione di questo tesoretto non poteva non sorgere. Per fare chiarezza ci siamo rivolti direttamente all’assessore  Maria Gabriella Catarozzo, da subito molto disponibile, che tramite l’ufficio stampa comunale ci ha cortesemente rilasciato la seguente dichiarazione: «L’assessore dell’area economico finanziaria ha chiesto al settore tecnico e al settore finanziario e risorse umane di effettuare una ricognizione delle disponibilità sui mutui in ammortamento a seguito dell’ultimazione delle relative opere pubbliche. Tale azione si inserisce nelle attività complessive di razionalizzazione dell’utilizzo di risorse e recupero di quelle ancora disponibili ed all’attualità inutilizzate dall’Ente che costituisce punto fondamentale del programma di mandato dell’amministrazione. Il recupero di risorse disponibili di spese di investimento rappresenta un’importante opportunità per il Comune che versa in stato di riequilibrio finanziario pluriennale che impedisce qualsivoglia operazione di assunzione di mutui per finanziare opere pubbliche. Appena saremo certi delle somme l’amministrazione stabilirà le priorità sulle quali intervenire».
Come si può notare dalle dichiarazioni rilasciate, l’assessore conferma la natura del tesoretto definendolo come risultato del risparmio derivato dalla razionalizzazione delle risorse. Quello che evita di fare, giustamente, è una quantificazione del risparmio, che essendo relativo ad un trentennio di operazioni, andrebbe prima attualizzato e poi rivalutato, dividendolo per tipologia. Rispetto al futuro impiego di queste risorse, andrebbero fatti dei chiarimenti, tra le righe indicati anche dall’assessore: tali somme restano vincolate al capitolo degli investimenti, in quanto relative a risparmi su mutui accesi per opere pubbliche realizzate con una spesa inferiore o ancora non realizzate. In ogni caso, questo tesoretto non sarebbe utilizzabile per la parte corrente della spesa ma solo per nuovi investimenti, qualora si tratti di risparmio, o per il completamento delle opere per cui sono stati erogati. Quello che sicuramente ci fa sorridere è che, dopo 30 anni di gestioni diverse, e soprattutto dopo la recente presenza della commissione straordinaria con cui si è arrivati ad un piano di rientro dalla situazione deficitaria, concordato con la Corte dei conti, nessuno si sia accorto della presenza di una somma apparentemente tanto ingente, disponibile e impiegabile per investimenti futuri. Viene da pensare che tale cifra, sicuramente esorbitante rispetto a quella realmente disponibile, non sia frutto della semplice ricerca delle monete sotto al cuscino del divano, ma l’ennesima dimostrazione di gestioni economiche poco attente.

25 novembre 2016 – © Riproduzione riservata
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