Avalon Teatro incanta il pubblico di Pesaro
L’appuntamento è alle ore 12, sotto casa di Ilaria. Un mini bus accompagnerà la compagnia Avalon a Pesaro. Si andrà in scena alla 70esima edizione del Festival Gad al Teatro Rossini di Pesaro con Le voci di dentro di Eduardo De Filippo. L’arrivo è previsto alle 20. Cena, due chiacchiere e a letto presto in compagnia di due amiche: l’ansia e l’emozione. L’indomani si dovrà montare la scena. Essere pronti, carichi. È una delle rassegne di teatro più importanti d’Italia. La scena è originale, semplice ma ricercata. Le velatine trasparenti illuminate dai fari fanno pensare immediatamente ad un senso di caduta, inarrestabile e irreversibile, alla fragilità dell’essere umano. Ad una pallina di metallo su un piano inclinato. Su quel piano si muovono, ognuno con un proprio ritmo e seguendo linee diverse, i personaggi immaginati da Eduardo e riletti da Petrosino. Uomini e donne della Napoli postbellica, profughi dell’umanità, incapaci ed inadatti a ricostruire ciò che la guerra ha distrutto.
È questa la contemporaneità della storia di Alberto Saporito. Su un filo trasparente, in bilico tra la dimensione del reale e quella del sogno, don Alberto Saporito accusa la famiglia Cimmaruta di un terribile assassinio. Ma la verità è difficile da afferrare, e in lui si insinua forte il dubbio di aver immaginato tutto. Questo non impedirà ai Cimmaruta di iniziare un processo tutti contro tutti dove, ad avere la peggio, sarà la stima reciproca che ci mette a posto con la nostra coscienza. Gerardo Petrosino è il regista ed il protagonista nei panni di don Alberto Saporito: un Alberto Saporito pronto a cedere generosamente la scena al fratello Carlo, interpretato da un pluripremiato Salvatore Illeggittimo. La messa in scena è intensa e profonda, non solo nel parlato, ma anche, e soprattutto, nei silenzi espressivi, che disegnano sul volto degli interpreti la sfiducia dell’uomo nei confronti dell’uomo, afflitto dal sospetto e dalla cattiveria, incapace di porre rimedio all’inesorabile e rovinosa caduta dei valori. Questo senso amaro e soffocato della società, questa sfiducia nel futuro e nell’uomo, è sublimata nell’incomunicabilità del personaggio di Zì Nicola, che rinuncia a parlare, non compare mai in scena, come Godot, oltre Godot, e rappresenta il punto di non ritorno dell’indifferenza che ci rende tutti carnefici e vittime, obbligandoci a cercare altrove, forse proprio nel sogno, uno sfogo alle inquietudini.
La denuncia così come rappresentata e voluta da Petrosino non scade mai nell’impostazione di Eduardo, è originale e moderna, ma non si discosta dalla drammaturgia del testo, è pur sempre un attuale presente rappresentato da una sedia consumata, o da una striscia di tappeto vecchia e tarlata e piena di sputazzate di zí Nicola (il passato che rifiuta una società senza valori). Il doloroso futuro è invece un lungo silenzio, simile ad una veglia, interrotto solo dalla chiusura del sipario e da nove minuti di applausi del pubblico del Rossini di Pesaro. Una menzione particolare per Rossella Cirigliano e per la figlia Federica, chiamate all’ultimo minuto per sostituire due ragazze della compagnia impegnate per studio all’estero. Bravissimi, oltre ogni misura, Salvatore Illeggittimo e Assunta Marino, che ci auguriamo possano concorrere per premi importanti.
Nella foto la compagnia Avalon Teatro di Battipaglia sul palcoscenico del teatro Rossini di Pesaro