Appesi a un filo

[di Francesco Bonito]

La foto e il titolo della nostra copertina non sono stati scelti a caso, insieme richiamano la condizione che tanti stanno vivendo in questo difficile momento storico, travolti dalla crisi economica e sociale più grave dal secondo dopoguerra. Proprio quella foto, scattata pochi giorni fa a piazza Risorgimento, nei pressi di via Indipendenza (che bei nomi, che straordinari concetti evocano! Una lezione per chi ha difficoltà a intitolare l’aula consiliare o il palazzo dello sport), mi aiuta a esprimere un paio di considerazioni su vicende e protagonisti della scena politica battipagliese. Dicevamo… siamo tutti appesi a un filo, ma alcuni sembrano più “appesi” di altri, qualche esempio?
I lavoratori di Nuova Manutenzione: la triste storia la conoscete, l’avete seguita su queste colonne, e sapete pure che la soluzione annunciata più volte è stata più volte rimandata. Sono giorni tremendi per le famiglie dei dipendenti che rischiano il posto, molti pare lo abbiano dimenticato, ma a breve arriverà il momento di decidere e di mantenere le promesse. Proprio chi salverà gli ex dipendenti di Nuova Manutenzione, cioè il Sindaco, pare a sua volta appeso a un filo… quello dell’UDC, e non deve essere una posizione comodissima. Dopo anni passati a disintegrare i partiti, a negoziare con i singoli consiglieri comunali il posto in squadra o in panchina, nel suo girone di ritorno Santomauro dovrà fare i conti per la prima volta con un gruppo consiliare numeroso, con un partito apparentemente compatto. Difficile prevedere cosa succederà, ma gli scenari più probabili potrebbero essere due: o il Sindaco (secondo alcuni prossimo a un passaggio ufficiale nell’UDC) sarà il cavallo di Troia del partito di Casini e, novello Ulisse, scompaginerà anche i “centristi” come ha già fatto per gli altri partiti cittadini, oppure saranno Inverso e i suoi a imporre a Santomauro la condotta degli ultimi due anni di mandato, pena l’esonero (perdonatemi la metafora calcistica ma è la più cara ai protagonisti). In sintesi: o il Primo cittadino asseconderà le richieste – un tempo inconciliabili – di UDC e PD,  servendosi di quella che lui stesso ha orgogliosamente definito la “panchina lunga” (leggi: nuovi assessori in quota UDC e magari anche un altro per il PD se i Lascaleias porteranno a termine il loro proselitismo democratico), oppure finirà in panchina perdendo anche la “riconferma” per le prossime elezioni. Come intuite si tratterà di una prova di forza, o di debolezza. Forse alla fine vinceranno tutti, il Sindaco, l’UDC, il PD e i consiglieri solitari: tutti d’accordo “per il bene della città” e uniti verso le elezioni del 2014. Avremo un Sindaco più forte, più autoritario, ma certamente meno autorevole. Alla fine sembra questo il destino di Battipaglia: votare persone pronte a tutto pur di comandare, ma non riuscire a trovare leader autorevoli in grado di guidare la città. Solo che di questi tempi serve collaborazione e condivisione non sopraffazione, lo si capisce guardando bene la foto dei panni stesi: due famiglie in due case diverse dividono lo stesso filo. Nessuno dei due deve tirar troppo la corda.

4 maggio 2012 – © Riproduzione riservata

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