Allevamento tonni, il Comune fa retromarcia

[di Stefania Battista]

Il 25 agosto 2025 l’Ufficio tecnico del Comune di Battipaglia ha avviato l’iter per la revoca della concessione alla Tuna Sud srl, che avrà 15 giorni di tempo per opporsi al provvedimento. Ma la storia del contestato impianto a mare per l’allevamento dei tonni inizia circa un anno fa.

La concessione era stata rilasciata il 10 ottobre 2024. All’epoca scrivemmo su queste colonne, sollevando perplessità sulla decisione, dopo qualche ricerca per approfondire l’argomento. Un allevamento di tonni all’ingrasso a pochi chilometri dalla costa battipagliese aveva destato preoccupazione. E non poche domande. A porle inizialmente, insieme a noi, erano state alcune voci isolate: in Consiglio comunale Maurizio Mirra, consigliere di Civica Mente, senza ottenere nessun risultato, tranne la prevedibile difesa d’ufficio. Solo a inizio agosto 2025, più di 10 mesi dopo, il caso ha finalmente coinvolto l’intera opinione pubblica, quando a denunciare il pericolo di una concessione rilasciata senza accertare eventuali pericoli per l’ambiente marino viene denunciata da Greenpeace

Mentre in città si levano voci sempre più forti sul “pericolo tonni” e perplessità sulla Tuna Sud srl, la società concessionaria che al momento dell’istanza risultava avere zero dipendenti, l’Amministrazione scrive: “Si deve altresì chiarire che gli uffici competenti hanno rilasciato concessione sulla stessa area in cui in precedenza era stato concesso e gestito un allevamento ittico (…) e che la concessione rilasciata alla Tuna Sud rappresenta il 5% dell’area occupata in precedenza”. 

Ma le proteste crescono. In molti paragonano la vicenda a quella del distributore di carburante vicino al liceo Medi, in via Domodossola. Concessioni rilasciate in modo formalmente valido ma sormontate da nubi scure sulla loro effettiva legittimità. Così il 21 agosto l’assessore all’Ambiente Vincenzo Chiera e la sindaca Cecilia Francese chiedono un “supplemento d’istruttoria” sugli aspetti ambientali e sulla cartografia degli spazi marittimi. La verifica viene effettuata in tempi record. Quattro giorni dopo l’Ufficio tecnico fornisce la risposta: «La concessione è fuori dalle acque territoriali battipagliesi». Quindi avvia il procedimento in autotutela. E l’Amministrazione Francese corre ai ripari. Anzi, di più. Il 3 settembre la Giunta vara una delibera dal titolo “Indirizzi in materia di tutela ambientale: adozione di misure volte alla protezione dell’ecosistema costiero e fluviale” nella quale si stabilisce, tra l’altro, “l’inibizione sul proprio territorio di attività produttive intensive di acquacoltura o similari entro le 12 miglia marine dal litorale battipagliese”. Insomma si pongono finalmente le basi, con una serie di importanti “paletti”, alla difesa del nostro mare, dell’arenile e del Tusciano. Un cambio di rotta atteso da tempo. 

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