Aggiungi un pasto a tavola

[di Romano Carabotta]

Nelle tragiche ore dell’11 settembre 2001 che fecero davvero da spartiacque tra il vecchio ed il nuovo millennio, accadde anche un miracolo, che ha Battipaglia come protagonista. Ventuno anni fa, infatti, in via Gorizia, quella che è affettuosamente chiamata Mensa dei poveri consegnava i suoi primi pasti agli indigenti presenti sul territorio. E dopo tanti anni il miracolo prosegue, oltre la storia e oltre le difficoltà degli ultimi tempi.

Tutto è iniziato quando i primi bisognosi bussavano alle porte della parrocchia Santa Maria della Speranza, chiedendo a padre Ezio Miceli di procurare loro un pasto caldo: fu in quel momento che egli decise di fondare Spes unica, l’associazione di volontariato che tutt’oggi gestisce la Mensa.

La responsabile, Simona Vocca, ce lo racconta con il suo consueto sorriso e con gli occhi colmi di amore: «La mensa, da allora, vive di Provvidenza. In tutti questi anni non è mai mancato nulla, e anche in questi tempi di crisi economica siamo sempre riusciti a pagare tutte le bollette».

Quello che arriva quotidianamente, a seconda delle scadenze e delle necessità che si presentano di volta in volta, viene preparato e distribuito ai sessanta utenti (mediamente) che usufruiscono del servizio, assicurandosi, così, un pasto caldo ogni giorno. 

«La pandemia è stato un momento durissimo, soprattutto per la carenza di volontari: abbiamo superato anche quello – sottolinea Simona – è stato sospeso il servizio ai tavoli: ora i pasti sono preparati dai cinque volontari del giorno in apposite vaschette d’alluminio, e consegnati agli utenti per poi essere consumati altrove». L’obiettivo è riattivare la mensa come era prima, dal momento che, come racconta la coordinatrice, si tratta non soltanto e non semplicemente di procurare cibo a chi ha fame, ma soprattutto di far sapere, a persone che sono normalmente sole, abbandonate ed emarginate, che ogni giorno c’è qualcuno che pensa e provvede a loro: è una fame interiore quella che la Mensa sazia, prima di tutto.

«Alla mensa crollano i muri e le barriere, si annullano tutte le distanze, sono abbattuti i recinti fatti di pregiudizi e di paure nei confronti dell’altro – conclude la responsabile – Mi sono ritrovata povera anch’io, spoglia di tutte le mie certezze, ricca delle mie miserie che negli anni andavo scoprendo, occhi negli occhi del fratello rom, musulmano, o barbone a dirgli col cuore: “Tu sei come me”».

«Il nostro Dio, diventando uomo, si fa carico della storia di ogni uomo per salvarla, dal bambino abbandonato e non amato, alla mamma preoccupata per i suoi figli. Nessuno è escluso dalle premure di Dio Padre: solo ciò che si assume, si salva», commenta Padre Ezio Miceli.

Nella foto: volontari al lavoro nella cucina della Mensa dei poveri

17 settembre 2022 – © riproduzione riservata

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