A casa con gli adolescenti: difficoltà e opportunità

[Anna Cappuccio, psicologo clinico, psicoterapeuta]

Nell’ultimo mese tutti noi abbiamo vissuto una quotidianità trasformata: lo studio, il lavoro, lo svago, il rapporto con gli altri hanno subito un ridimensionamento per sfuggire al nemico invisibile. Gli adolescenti ancor più degli adulti, si sono sentiti depauperati delle loro certezze quotidiane e si sono visti privati di riferimenti importanti rappresentati dai rapporti con i coetanei, relazioni che, in questo periodo di vita, rivestono un ruolo significativo nella formazione di un senso di sé positivo e nella strutturazione degli aspetti sociali della personalità.
Inoltre, l’isolamento prolungato e i tempi dilatati che ne conseguono hanno alimentato in loro non solo ansia e irritabilità, ma anche ampi vissuti di noia e la paura di perdere le relazioni amicali costruite così come quelle amorose che cominciavano a sbocciare.
A questo si è aggiunta una criticità pratica rappresentata dalla convivenza con la famiglia in spazi, a volte, molto ristretti. Tutto questo ha reso il rapporto genitori figli problematico e di difficile gestione. Esiste, dunque, un modo per sopravvivere alla quarantena e convivere con i figli senza troppe tensioni?
Certamente, in questo periodo, può aiutare il riorganizzare una nuova quotidianità, con compiti giornalieri affidati a tutti i membri della famiglia. È importante stabilire regole per la gestione degli spazi comuni e per gli impegni che vanno necessariamente rimodulati. Le regole vengono in aiuto anche per l’utilizzo del telefonino, riguardo al quale, più che il tempo, bisogna considerare l’uso che i ragazzi ne fanno. Se si usa per seguire lezioni, per ricerche, per momenti di condivisione con il gruppo di amici è un uso costruttivo che può essere di supporto in questo momento di crisi. Al contrario, se si usa semplicemente per lasciar andare il tempo, passando distrattamente da una notizia all’altra, allora rischia di diventare disfunzionale e innestare dei circuiti di dipendenza. Utilizziamo, perciò, questo periodo per supportare la spinta verso l’autonomia dei figli, spronandoli nell’organizzazione della giornata e nella gestione di sé.
Ricordiamoci che questa situazione può rendere tutti, adulti e ragazzi, meno reattivi e farci vedere la casa come uno spazio protetto da cui si può sentire sempre meno voglia di uscire. Per questo è utile individuare un momento della giornata in cui, insieme, si raccontano progetti di vita e si esprimono emozioni e bisogni.
Come genitori dobbiamo imparare ad ascoltare le nostre emozioni e ad accogliere le nostre paure. Solo così possiamo riconoscere le difficoltà che stanno vivendo i nostri figli e aiutarli ad affrontare le emozioni che derivano da questo periodo, spingendoli a costruire una continuità tra la vita di prima e quella di adesso.
Parlare con sincerità a noi stessi e con i nostri figli è una grande risorsa ed è quello che ci può permettere di trasformare questo momento così delicato in una incredibile possibilità di arricchimento.

21 aprile 2020 – © Riproduzione riservata

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