Vecchio: strada in salita

«Non mi piace apparire, e invece devo sempre parlare…». Stefania Vecchio, avvocato classe 1969, non ama i riflettori. In giunta c’era entrata da tecnico, eppure, in un’estate caldissima e puzzolente, l’assessore all’ambiente s’è ritrovata a dover rendere conto degli odori nauseabondi cittadini e, soprattutto, della realizzazione d’un enorme impianto di compostaggio tra le mura dello stir di Battipaglia. «Vogliamo scongiurare a tutti i costi quest’allocazione – spiega – o comunque ottenere le migliori condizioni di mitigazione». Per più d’un anno, nessuno a Palazzo ha impugnato un progetto al quale s’era fatto più volte cenno tra le pagine degli atti regionali e dei quotidiani. «L’abbiamo appreso dal bollettino regionale la mattina del 22 giugno 2017», aveva detto la Vecchio. Eppure qualcuno sapeva. «Mi sono rammaricata quando i tecnici del Comune m’hanno detto che hanno ritenuto di non dover metterci a conoscenza di quel che stava accadendo perché, sul piano amministrativo, s’erano già espressi i commissari tra il 2014 e il 2015», confessa la Vecchio.
Giunta all’oscuro della vicenda per un anno. E mentre, tra il 2016 e il 2017, il sindaco di Santa Maria Capua Vetere riesce a scongiurare la conversione del suo stir in impianto di compostaggio, a Battipaglia tutto tace: lo hanno fatto presente i consiglieri d’opposizione in una ricostruzione dei fatti. «Quel documento – dice l’assessore – è suggestivo, ma non considera che la licenza regionale per l’impianto non è stata rilasciata con gli atti del 2016 o del 2017, ma col decreto dirigenziale 190 del 2015, che autorizzava EcoAmbiente a realizzare una struttura alla quale i funzionari comunali, che avevano preso parte alle conferenze dei servizi tra il 2014 e il 2015, avevano prestato il proprio assenso. E all’epoca non c’eravamo noi… ». Una stoccata ai commissari. Parla d’una «strada in salita», la Vecchio, che però da avvocato sta studiando la documentazione: «Abbiamo reperito molti atti e abbiamo fatto richiesta d’accesso per altri, perché vorremmo riportare sui giusti tavoli di discussione la decisione: l’idea è che si debba chiedere agli enti competenti politici di esprimersi sul rilascio e sul rinnovo delle autorizzazioni, nell’ottica d’un bilancio ambientale». Da qui una delibera di giunta «per lo stop ai nuovi impianti di rifiuti e l’ampliamento di quelli esistenti, vista l’incompatibilità con una zona agricola come la nostra, perché non ci può essere il sacco del territorio». Mitigare vuol dire «chieder la bonifica delle numerose discariche presenti sul territorio». E pure che «le tecnologie per tirar su l’impianto siano le più avanzate del 2017, e non quelle del progetto presentato nel 2012». Per mettere al riparo i nasi dei cittadini: «A volte è questione di quantitativi di rifiuti stoccati, e coi vigili urbani e i dipendenti dell’ufficio ambiente stiamo effettuando sopralluoghi da mesi, e saremo pure il primo comune in regione ad avere nuovi strumenti di controllo all’avanguardia, ma non c’è una legislazione regionale sulle molestie olfattive, e ogni sanzione va fatta sulla scorta dei rilievi Arpac, unico ente demandato dalla Regione». Poi arriva pure Cecilia Francese: «Viviamo un disagio – dice la sindaca – che crea seri danni alla popolazione». Dito puntato verso Eboli: «Dal loro impianto di compostaggio – denuncia tra le altre cose – non abbiamo mai ricevuto una quota di ristoro, mentre lo stir, ogni anno, versa il 40 percento del contributo nelle casse comunali ebolitane». E poi replica alle accuse dell’opposizione, che ha attribuito una buona dose di responsabilità all’amministrazione: «Stiamo preparando anche noi una cronistoria, dalla quale s’evince che gli impianti di compostaggio negli stir li prevede una legge nazionale di novembre 2010, e che già nel 2012, nel piano regionale di Stefano Caldoro, si prevedeva a Battipaglia un impianto di compostaggio da 75mila tonnellate annue. Chi faceva politica dov’era?».

8 settembre 2017 – © Riproduzione riservata
Facebooktwittermail