Una vita per la scuola

Il dirigente scolastico Giacomina Capuano si racconta a Nero su Bianco Junior: parla di scuola, famiglia e tempo libero

Preside, ha mai rilasciato un’intervista a un giornalino scolastico?
«Sono stata intervistata quando facevo la docente. Mi hanno intervistato i miei alunni che erano impegnati a fare quello che fate voi; quindi come docente e non come dirigente».

Da quanto tempo fa il dirigente scolastico? 
«Quest’anno è il quarto anno. Da tre anni sto qui alle Marconi e il primo anno sono stata a Oliveto Citra».

Come ha fatto a diventare dirigente?
«Per diventare dirigente bisogna essere laureati e poi bisogna avere un certo numero di anni di docenza nella scuola, poi bisogna partecipare a un concorso pubblico e vincerlo».

Da piccola cosa pensava di fare? 
«Da bambina volevo fare il medico. Successivamente, crescendo, avrei voluto fare il magistrato. Dopo essermi laureata in giurisprudenza ho provato anche una volta il concorso…».

Desidera cambiare scuola in futuro?
«No. Talvolta sono tentata dal fatto di essere dirigente in un istituto per alunni più grandi, in una scuola secondaria di 2° grado… però non lo so; anche perché mi dispiacerebbe lasciare la nostra scuola».

Che cosa le piace di più nel fare la dirigente? 
«Mi piace molto dialogare e condividere le cose con i docenti. Quando sono diventata dirigente mi sono imposta di non stare solo dietro le carte, ma avere anche un rapporto forte, diretto, sia con i docenti che con gli alunni».

C’è un particolare episodio accaduto in questi anni che ci vuole raccontare? 
«Episodi in particolare nessuno. Quello che mi fa piacere è il fatto che voi quando mi incontrate per strada, soprattutto i piccoli, corrono, mi chiamano, fanno fermare l’auto ai genitori per salutarmi». 

Dirigere una scuola come la fa sentire? 
«Mi fa sentire una persona che ha un ruolo importante nella società, perché la scuola – come la famiglia – ha un ruolo importante per tutti voi, quindi mi piace trasmettere l’idea di scuola ai docenti e a tutti voi. Come voi siete e vi organizzate è lo specchio di quello che penso e che cerco di trasmettere agli altri, quindi mi fa sentire in un ruolo importante nel contesto di Battipaglia e anche in un contesto più ampio».

Preside, lei ha figli? 
«Sì, due maschi. Sono due ragazzi abbastanza esuberanti, soprattutto il secondo. Il primo ha 20 anni e studia ingegneria, l’altro va al liceo classico Medi. Sono molto studiosi, anche se bisogna sempre star loro dietro, altrimenti perdono la concentrazione. Loro hanno un modo di studiare e di vivere la scuola diverso dal mio: io ero la classica studentessa che pensava solo a studiare, invece loro no. Vanno seguiti, stimolati: per questo motivo ho un gran lavoro da fare anche come mamma».

Cosa le piace fare nel tempo libero?
«Nel tempo libero mi piace cucinare. La domenica di solito casa mia è sempre piena di gente, perché amo cucinare e fare i dolci, mi rilasso. Anche se poi non mi piace pulire! Quando c’era mia madre lo faceva lei, ora purtroppo non c’è più, quindi devo provvedere anche a pulire e mettere in ordine». 

Crede che il lavoro di dirigente sia adatto più a una donna o a un uomo?
«Non penso che ci siano dei lavori più adatti a una donna o lavori più adatti a un uomo. Sicuramente il lavoro di dirigente è un lavoro di grande responsabilità e impegno. Come dirigenti ho conosciuto più donne che uomini; però è una questione di carattere, se uno si impegna e ha passione per quel mestiere è indifferente che sia uomo o donna. Io, comunque, credo molto nelle donne».

14 giugno 2019 – © Riproduzione riservata

Nella foto: la preside Giacomina Capuano

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