Una Giornata particolare

Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Perché parlare di violenza contro le donne? Potrebbe apparire superfluo farlo visto che dal summit di Pechino (1995) in poi le agenzie internazionali, i governi, le agende politiche sono piene di appuntamenti sul tema. L’Italia, inoltre, è tra i paesi che hanno ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa (detta di Istanbul), una convenzione contro la violenza sulle donne e quella domestica che si propone proprio di prevenire la violenza, favorire la protezione delle vittime e impedire l’impunità dei colpevoli. Eppure, crediamo indispensabile, proprio quest’anno, ripartire dai significati: proprio quest’anno, appunto, che non potremo essere nelle piazze a manifestare e sensibilizzare.
È vero: abbiamo imparato a riconoscerla, la violenza. Ma non fino al punto di salvare la pelle: nelle società più aperte e democratiche, come in quelle più chiuse e dispotiche, nelle culture laiche come in quelle oscurantiste, leggiamo continuamente di spose bambine, di mutilazioni genitali, di uccisioni, di donne bruciate col fuoco o con l’acido. È un catalogo dell’orrore che circonda le vite di milioni di noi. Anche se siamo in tanti, tantissimi ad essere sempre più consapevoli di quanto succede. Il neologismo «femminicidio», ad esempio, è finalmente riconosciuto e fa parte del nostro vocabolario. Il punto però è che man mano il sistema della violenza contro le donne viene indagato, non si finisce mai di scoprire quanto sia stratificato: quanto l’intero sistema culturale, i simboli, le parole che usiamo poggino sul dominio degli uomini sulle donne. E che questo dominio ha come base implicita, resa esplicita e visibile quando serve, la violenza che i maschi esercitano o possono esercitare contro le donne. Non tutti i maschi, e non sempre, non nello stesso modo. Pur tuttavia, la violenza degli uomini sulle donne attraversa l’intero corpo sociale e, anzi: ne è un pilastro. Del resto la modernità si instaura a ridosso del cumulo di corpi dell’ultimo spettacolare episodio di regolazione dei conti collettiva contro le donne: la caccia alle streghe, donne colpevoli di troppa autonomia e padrone di saperi propri. Dalla modernità in avanti, legislazioni differenti hanno in diversi modi protetto, coperto e giustificato (il delitto d’onore, ad esempio) le crudeltà e le violenze all’interno di una zona d’ombra (spesso la famiglia), nella quale diverse forme di violenza sono state perfettamente compatibili.
Occorre per questo portare avanti, oggi più di ieri, un lavoro di analisi e di azioni che sappiano modificare il dominio degli uomini sulle donne, eliminare per quanto possibile la violenza che ne è lo strumento. Sovvertire la violenza è un’impresa grandiosa che ci riguarda come individui e come collettività: in gioco c’è il mondo da cambiare, nulla di meno. È per questo che Non Sei Sola Battipaglia invita tutti, ciascuno come può, a una riflessione profonda in occasione del 25 novembre.
Non Sei Sola Battipaglia – contro la violenza sulle donne offre assistenza legale e psicologica alle donne vittime di violenza. Il numero di emergenza, attivo h 24, è 327 8919439

Claudia Giorleo, presidente Non Sei Sola Battipaglia

21 novembre 2020 – © Riproduzione riservata

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