Scuole aperte, primi contagi

[di Stefania Battista]

La scuola approda in Consiglio comunale. E vengono alla luce le criticità legate all’emergenza Covid-19. La città, che mentre andiamo in stampa conta 32 positivi, ha dovuto affrontare sin dalla prima settimana di apertura delle scuole il problema della gestione di alcuni alunni risultati contagiati, non si sa se in ambito scolastico o durante le attività sportive pomeridiane.
A far preoccupare i cittadini e la sindaca è il “corto circuito” – verificatosi già con pochi casi positivi – tra i tempi di tamponamento dei presunti contagiati, l’esito dei prelievi, il tracciamento dei contatti e le necessarie misure ulteriori di quarantena. Ciò che è accaduto, e che ci si augura non debba ripetersi, è la prova che l’azienda sanitaria locale non ha al momento risorse sufficienti né l’impeccabile organizzazione che occorrerebbe in tempi di pandemia.
Il dibattito in aula consiliare del 12 ottobre lo conferma. Si scopre, per voce della stessa prima cittadina Cecilia Francese, che il provvedimento di chiudere gli istituti scolastici dove si erano registrati casi di contagio non era dovuto alla necessità di una ulteriore sanificazione, operazione effettuata costantemente dai dirigenti nelle proprie scuole, bensì all’incompletezza dei risultati dei tamponi effettuati e al ritardo, conseguente, nel tracciamento dei contatti. 
Così Cecilia Francese ribadisce la richiesta rivolta ai vertici della nostra sanità dell’istituzione di una Usca in città, cioè un’unità territoriale per effettuare i tamponi, magari adiacente all’ospedale S. Maria della Speranza; evitando, in questo modo, ai sospetti soggetti contagiati di doversi recare fino a Campigliano e velocizzando le procedure e riducendo i tempi di attesa dei responsi. Ma non basta l’Usca sul territorio, ammesso che la si ottenga, perché è il passaggio ulteriore quello che funziona ancor meno: l’analisi dei tamponi e il tracciamento dei contatti, necessari per emanare i provvedimenti di quarantena. Lo chiarisce la dirigente dell’istituto comprensivo Gaetano Salvemini, Annamaria Leone: «Se non abbiamo un provvedimento ufficiale di messa in quarantena e i contatti non vengono tracciati dall’Asl, non possiamo né isolare personale e famiglie né, tantomeno, nominare i supplenti». 
Il “corto circuito” infatti è dovuto essenzialmente alla carenza di personale Asl. Impossibile che una sola dirigente possa far fronte a una simile mole di lavoro. E nell’aula consiliare emerge l’altro grave problema: gli assembramenti, involontari ma quasi inevitabili, fuori dalle scuole. Con autobus e treni saturi di studenti e pendolari, spazi limitati fuori dai cancelli all’entrata e all’uscita dagli istituti, il distanziamento diventa una chimera. I dirigenti chiedono controlli, ma si scontrano, ancora una volta, con la mancanza di personale, questa volta della polizia municipale. Forse la soluzione, almeno a questo problema, viene dalle opposizioni che chiedono alla sindaca di chiamare a raccolta associazioni e protezione civile. Resta il nodo dei trasporti che, però, nessuno al momento è in grado di sciogliere. Sapranno la politica e la burocrazia di casa nostra trovare le soluzioni per gestire la pandemia con il minor danno possibile per la comunità?

17 ottobre 2020 – © Riproduzione riservata

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