Saluti da Battipaglia, la storia in foto

[di Iole Palumbo]

La seconda edizione di Saluti da Battipaglia è un racconto che ruba attimi di vita quotidiana, che parla di gente comune, che mostra un popolo tenace e determinato nell’essere artefice del proprio sviluppo. Vicende che non hanno bisogno dei nomi di grandi generali, re o dittatori per entrare nella categoria della Grande Storia, perché la nascita e la crescita di Battipaglia sono lo specchio degli ultimi cento anni della Storia italiana.
Tutto questo il libro di Francesco Bonito ce lo racconta attraverso le immagini. E, se è vero quel che scrisse Erodoto: “Gli occhi sono più fededegni delle orecchie”, possiamo essere sicuri che le fonti utilizzate siano garanzia di veridicità e di perizia scientifica. La narrazione si sviluppa secondo una prospettiva che guarda al passato come un momento da recuperare, un’ispirazione per orientare le scelte future, facendo appello ai valori originari, che hanno consentito uno sviluppo così veloce.

La scelta di pubblicare delle cartoline è doppiamente vincente. Le più antiche e preziose risalgono agli anni prima del 1929, anno di fondazione del Comune autonomo e, se da un lato, ci restituiscono la vivacità del borgo originario con i suoi punti di forza che ancora caratterizzano la città: la stazione ferroviaria, costruita nel 1863, e la sua posizione geografica crocevia tra la strada per le Calabrie e la Tirrena Inferiore; dall’altro, ci raccontano della vivacità di questo luogo attraverso i destinatari e i testi riportati in calce. Troviamo, infatti, prova dei rapporti tra i battipagliesi e la nobiltà napoletana, o la conferma indiretta della popolarità di Italo Balbo, ministro dell’Aeronautica dal ’29 al ’33, destinatario di più di un messaggio. Si intuiscono storie di emigrazione, nelle cartoline spedite da Battipaglia verso il nord Italia o all’estero, in particolare in America Latina. 

Ma la forza del libro è che attraverso i cambiamenti urbanistici, resi evidenti dalle fotografie, emergono i veri protagonisti dell’evoluzione della comunità: i nostri antenati che, in poco più di un secolo, si sono trasformati da contadini in agricoltori specializzati e industriali. Il borgo rurale originario, fatto di semplici case, una chiesa e un mercato, piano piano si erge a diventare una città con esigenze specifiche, prime fra tutte l’istruzione e l’autonomia amministrativa. Sfogliando le pagine, ci accorgiamo che le abitazioni diventano più ricercate, la popolazione chiede sempre di più spazi aggregativi e culturali, dando la spinta per la nascita di un teatro, dei cinema e delle piazze. 

Lo spartiacque temporale – urbanistico e sociale – è rappresentato dalla ricostruzione post-bellica. I fenomeni più rilevanti sono l’esplosione demografica e la speculazione edilizia, che segnano il volto definitivo del paese: nelle immagini compaiono automobili e mezzi pubblici, palazzi a più piani e la fruizione della spiaggia a scopo ricreativo. 

Infine, degna di nota è senza dubbio la prefazione firmata dal noto storico Giovanni De Luna, vissuto a Battipaglia fino ai primi anni Sessanta. De Luna scrive mirabilmente della vita nei quartieri, della festa patronale, delle strade brulicanti di attività e di gioventù, dello sport e dei passatempi più diffusi, invitandoci a non rimpiangere il passato, né a guardare con rassegnazione al futuro, ma cercando di comprendere, attraverso la storia, le mutazioni presenti così da interpretare e cogliere le opportunità del nostro tempo. 

La seconda edizione del libro Saluti da Battipaglia sarà presentata sabato 15 ottobre alle ore 18.30, presso il teatro Il Piccolo di Battipaglia in via Olevano 40.

15 ottobre 2022 – © riproduzione riservata

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