Rifiuti: sei richieste per cambiare rotta

Da una parte il comitato, dall’altra parlamentari, consiglieri regionali e la sindaca: un confronto aspro, concluso con la richiesta di interventi per contenere i disagi provocati dagli impianti che trattano i rifiuti

Finalmente qualcuno disposto ad ascoltare. Questa la sintesi dell’interessante convegno organizzato dal comitato Battipaglia dice no di sabato 27 ottobre scorso, presso il Comune di Battipaglia. Apprezzabile la presenza di un’ampia rappresentanza politica, che ha seguito e partecipato con attenzione al dibattito sviluppatosi all’insegna della parola d’ordine “impegno”. L’idea portante dell’incontro è stata proprio quella di far assumere impegni concreti ai rappresentanti politici presenti in sala. Il comitato ha sottoposto ai parlamentari e agli altri politici presenti un documento con sei punti ritenuti necessari per un tangibile miglioramento delle condizioni di vivibilità dei cittadini battipagliesi (vedi riquadro a destra): dal Protocollo d’intesa del 12/12/2002 al piano di intervento per lo svuotamento e alla bonifica dei siti esistenti, dall’istituzione di una task force al censimento delle aziende private insalubri; si chiede una moratoria di dieci anni e un tavolo di concertazione per “garantire” gli impegni presi. Si dà appuntamento ai politici il 26 gennaio 2019: tre mesi per verificare se si fanno solo parole o anche i fatti.

Durante il dibattito i politici presenti, Francesco Castiello, Nicola Acunzo, Cosimo Adelizzi, Anna Bilotti, Federico Conte, Michele Cammarano, Tommaso Amabile, Vincenzo Viglione, Cecilia Francese, preso atto delle istanze presentate, e dietro l’incalzante invito del coordinatore dell’evento, Nunzio Vitolo, hanno riaffermato il loro impegno nei confronti dei punti elencati nel documento. Il presidente dell’ASI, Antonio Visconti, ha ribadito la sua adesione ai temi cari al comitato. La sindaca Cecilia Francese ha sottolineato l’importanza dell’incontro con la finalità di costruire posizioni unitarie che consentano all’amministrazione di essere più forte in sede di trattativa. Ha inoltre rivendicato alcuni risultati importanti raggiunti dall’amministrazione: un intervento di manutenzione significativo dell’ex STIR di Battipaglia e la rimozione delle ecoballe stipate al suo interno da almeno dieci anni. Ha sottolineato che è stato dato mandato all’ufficio legale di presentare ricorso avverso ogni autorizzazione a nuovi impianti o all’ampliamento di quelli già esistenti.

La condivisione unanime dei punti presentati dal Comitato dovrebbe preludere a un cambiamento di rotta nelle scelte di pianificazione territoriale della città e anche una revisione degli impegni presi in passato. I cittadini di Battipaglia vogliono guardare al domani con delle certezze e chiedono che sul territorio, dove sono presenti discariche non bonificate, siti di stoccaggio rifiuti decennali e numerosi impianti di lavorazione di rifiuti e sostanze chimiche, non venga trattato neanche un chilo di rifiuto in più e che la città non sia sommersa da odori nauseabondi e da immissioni pericolose per la salute pubblica. La politica è richiamata alle sue responsabilità ed è obbligata a dare delle risposte. Il timore è che si continui con scelte impattanti dal punto di vista sociale e ambientale e che si presti ancora poca attenzione alla pianificazione di politiche che mirino ad una rigenerazione urbana sostenibile che veda la salute del cittadino al centro. Un errore grave sarebbe considerare il danno ambientale solo come danno minore. Quando si parla di difesa del territorio si pone in evidenza l’eventuale perdita di risorse economiche e non la salute del cittadino. Il cambiamento di rotta auspicabile per la Piana del Sele è una politica ambientale che soddisfi pienamente l’esigenza di garantire la salvaguardia dell’integrità dell’ecosistema e consideri l’ambiente e l’uomo nel loro naturale connubio, come bene che assurge a valore primario e assoluto, perché precondizione essenziale di una vita salubre. Portare altri rifiuti sul territorio o aziende che, pur non trattando rifiuti sono fortemente impattanti dal punto di vista delle immissioni in atmosfera, significa incidere ancora una volta sulla salute del cittadino.


LE SEI RICHIESTE DEL COMITATO BATTIPAGLIA DICE NO
1. Rispetto del Protocollo d’intesa del 12/12/2002 tra il Comune di Battipaglia ed il Commissario di Governo per l’emergenza rifiuti.

2. Programmazione di un piano di intervento teso all’individuazione, all’eliminazione, allo svuotamento e alla bonifica dei siti esistenti, compresi le discariche abusive e i siti interessati da rifiuti ospedalieri.

3. Istituzione di una task force che coinvolga tutti gli organi preposti (Noe, guardie ambientali, Asl, Arpac, assessore al ramo, associazioni e comitati di categorie per il controllo ambientale).

4. Censimento delle aziende private insalubri.

5. Moratoria di dieci anni, vista l’emergenza sanitaria, che vieti la collocazione di nuovi impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti, in particolare della frazione indifferenziata, e dei rifiuti speciali e pericolosi, nonché degli impianti industriali di compostaggio per la produzione di energia, biogas o biometano, e ancora impianti per la produzione di energia da biomasse e di nuovi impianti anche di stoccaggio e trasferenza (come è stato fatto di recente per la provincia di Brescia).

6. Tavolo di concertazione con la presenza del presidente della Regione Campania De Luca e dell’assessore Bonavitacola per “garantire” gli impegni presi.

9 novembre 2018 – © riproduzione riservata
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