Rifiuti di società! | di Simona Pettinelli

Caro direttore,
sono una lettrice, collega e purtroppo cittadina di Battipaglia.
Stamattina, leggendo il suo articolo sui rifiuti ho sorriso… sorriso pensando alla mia piccola realtà, nel quartiere di via Olevano.
Vivo a Battipaglia e dal mio balcone, secondo piano, ho una vista panoramica sui rifiuti, direi commovente!
Da mesi ho denunciato la necessità di rimuovere radicalmente dalla via i 6 cassonetti che, in ogni orario e giorno, sono meta turistica di chiunque abbia buste, cartoni, materassi, poltrone, porte, giocattoli (c’è un triciclo fresco di giornata!), televisori, elettrodomestici e rifiuti ingombranti di ogni genere.
Come mai? I politici? Alba Nuova? Le elezioni? Il vento? Il sole? Le vacanze?
No! O almeno non solo!
Non nascondiamoci dietro perbenismi e tristissime ipocrisie.
Non diciamo no alla discarica se a via Vittorio Emanuele ne esiste una permanente, liberamente creata dalla genialità dei cittadini!
La verità è una sola, il più grosso e reale problema di questa città è l’ignoranza!
La spaventosa imbecillità di moltissimi cittadini che se ne fottono (mi lasci passare il francesismo) di orari, giorni, differenziata e non; se ne fregano della carta, della plastica, delle lattine, del vetro, dell’umido e del secco indifferenziato!
Non è un loro problema se trovano i cassonetti pieni o vuoti, lo spazio sulla strada o sul marciapiedi e lasciano a terra (e se potessero anche in aria), in maniera quasi furtiva, la loro misera, squallida busta di “monnezza” che resta a chi, come me, abita e respira quel quartiere.
E allora vorrei proprio sapere se al corteo di sabato mattina c’era il pensionato che da mille anni ancora non ha capito che l’immondizia si va a gettare dopo le 20.00 di sera; se c’era il fruttivendolo che ogni giorno, ore pasti, svuota le sue cassette di ortaggi e frutta marcia nel bidone sotto il mio balcone; se c’era chi ha lasciato per mesi un materasso o le porte di qualche appartamento o, la ciliegina sulla torta, se c’era la signora ingioiellata che, ad agosto, con un caldo boia, richiamai da balcone per aver gettato una busta, a c…. di cane, nel primo bidone che le capitava, senza leggere a quale uso fosse destinato.
Le dissi con rabbia «signora» (ovviamente signori si nasce!) «le sembra giusto gettare questa busta alle 10.00 di mattina con questo caldo. Io qui ci vivo e la mia spazzatura la tengo in casa, perché mai dovrei respirare la puzza della sua busta?». E lei, con fare infastidito mi rispose «signora, lei ha ragione, ma devo andare a messa; viene prima Gesù Cristo!».
Ora me la vedo già, con il suo cappotto firmato in coda al corteo del 14 gennaio, dove è andata dopo aver accuratamente gettato la sua cara immondizia sotto casa mia!
Questa è Battipaglia e questa è la realtà dalla quale non usciremo mai, amministrazione dopo amministrazione, sindaco dopo sindaco: ci vorrebbe solo un miracolo per un vero processo di civilizzazione urbana.
La soluzione per noi che siamo ora, qui, in questa valle di lacrime?
Ovviamente una sola: andare via da Battipaglia!
Sfido chiunque a negare ogni mia parola e invito chiunque a venire a trascorrere qualche ora sul al mio balcone per visionare il via vai continuo, diurno e notturno!
Inoltre, come ho detto anche al signor sindaco in persona, per rifocillare le casse Comunali basterebbe un vigile (naturalmente in borghese) ad assegnare multe per le trasgressioni sui rifiuti in via Vittorio Emanuele: ma forse (o senza forse) la cosa non interessa a nessuno!

Cordiali saluti
Simona Pettinelli

26 gennaio 2012 – © riproduzione riservata

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