Priorità

Nell’ultimo articolo pubblicato in questa rubrica si è parlato dell’aumento esponenziale delle visite a bambini con problemi comportamentali, relazionali e neuro-psichiatrici. Si auspicava un rafforzamento dei servizi distrettuali a supporto dei suddetti bambini e delle loro famiglie. Attualmente un ragazzo con disturbi dell’apprendimento per essere valutato dall’unico neuropsichiatra infantile dell’ASL, esperto di tali problematiche, deve aspettare almeno sei mesi e spesso la valutazione arriva quando l’anno scolastico è già finito. Un bambino con disturbi del linguaggio viene inserito in altrettante lunghe liste d’attesa per poi essere gestito, con largo dispendio di risorse, solo da centri di riabilitazione privati in quanto nelle strutture pubbliche non ci sono abbastanza logoterapisti. L’emergenza autismo dovrebbe essere gestita dall’unico servizio neuropsichiatrico infantile pubblico dedicato, presente nel distretto di Agropoli, ma che nei fatti non riesce ad organizzare una vera e propria presa in carico globale del bambino autistico. Anche in questo caso le famiglie vengono lasciate sole nel loro pellegrinaggio tra specialisti e centri privati. Nel dicembre scorso il Tribunale di Salerno ha condannato l’ASL a coprire le spese necessarie per il percorso riabilitativo intrapreso privatamente dalla famiglia di una bambina autistica.
Questo perché l’azienda sanitaria non ha saputo garantirele figure professionali essenziali per la presa in carico della piccola in ambito scolastico, familiare e sociale.  L’equipe multi-disciplinare sanitaria pubblica, così come prevista in questi casi per Legge, nella nostra ASL è difatti inesistente. Nel nostro distretto non ci sono psicologi: se un bambino ha necessità di un colloquio psicologico la famiglia deve rivolgersi ad un professionista privato. Tutto ciò perché, sembra, l’ASL non ha abbastanza risorse economiche per far fronte a questi bisogni reali e sempre più in aumento. Così come sono in aumento le problematiche relative all’assistenza dei bambini affetti da malattie organiche invalidanti e croniche.
A fronte di tutto ciò ultimamente l’ASL ha deciso di stanziare circa 100.000 Euro per sperimentare, dal 1° aprile al 30 novembre, una guardia medica pediatrica nei giorni prefestivi e festivi, sabato e domenica compresi, con sede presso l’ospedale di Eboli. Il servizio è svolto da noi pediatri convenzionati su base volontaria e diretto ad intercettare i bambini affetti da patologie acute quali febbre, tosse, mal di gola o di orecchio, mal di pancia, vomito e diarrea. Il caso del bambino di 4 anni morto qualche settimana fa per una crisi respiratoria non era, per esempio, gestibile dal suddetto servizio. L’ambulatorio dovrebbe evitare l’intasamento del pronto soccorso da parte di bambini con codice bianco, cioè con problemi non urgenti e per questo procrastinabili.
C’è da ricordare però che a tale compito dovrebbe provvedere la già esistente e per questo già pagata “guardia medica”. In più bisogna considerare che il reparto di Pediatria è presente presso l’ospedale di Battipaglia. Ipoteticamente, di domenica, un bambino battipagliese da poche ore con febbre a 38°C e con genitori ansiosi, per essere visitato dal pediatra e per evitare l’affollamento del pronto soccorso di Battipaglia, dovrebbe recarsi ad Eboli.
Nel caso dovesse necessitare di ricovero, una volta visitato, dovrebbe far ritorno all’ospedale di Battipaglia ma non con i mezzi propri bensì con l’ambulanza. Viene spontaneo chiedersi: se l’attivazione del suddetto servizio è veramente utile per evitare gli accessi impropri in ospedale e se il bisogno di un genitore preoccupato della tosse del proprio figlio è veramente una priorità che va soddisfatta, non era forse meglio ubicare il servizio presso l’ospedale di Battipaglia e in prossimità del pronto soccorso?

24 aprile 2017 – © Riproduzione riservata
Facebooktwittermail