Pino Bovi sul “fattore di pressione”

Caro Direttore,
ti ringrazio per lo spazio concessomi per dire sinteticamente la mia sulla questione “fattore di pressione”.
A Battipaglia, anche perché è presente una importante zona industriale polo chimico, esistono circa 20 siti che “lavorano” spazzatura. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo registrato 4 incendi importanti, due quest’estate. Questi siti, di cui solo uno è pubblico (STIR, ex CDR), lavorano 250.000 tonnellate di spazzatura all’anno. Di fianco allo STIR, appena nel comune di Eboli, si trova un sito di compostaggio (che lavora, cioè, l’umido) che pare essere responsabile di buona parte dei miasmi che siamo costretti a respirare da qualche anno. Puzza a parte, tutti concordano che nella nostra città arrivi troppa spazzatura. Anche il presidente della Regione, on. De Luca e il suo vice, nonché assessore regionale all’ambiente, on. Bonavitacola, che lo hanno scritto in un documento siglato al termine di un incontro (del febbraio scorso) con comitati (Battipaglia dice no) e associazioni che affiancano l’amministrazione in questa fase delicata.
Il dubbio, la paura di tutti, è che i vari imprenditori possano nel tempo essere autorizzati (da Regione e Provincia, competenti in materia) a lavorare sempre più spazzatura trasformando Battipaglia e la piana del Sele da polo agricolo e lattiero caseario in distretto della spazzatura. Da qui le manifestazioni, i malumori e gli atti degli ultimi anni, in primis la marcia dei 10.000 di due anni fa.
Il Comune, che non può direttamente impedire nuovi insediamenti, ha pensato di porre un limite all’aumento della spazzatura lavorata a Battipaglia con una delibera che tenta di introdurre il concetto di fattore di pressione (peraltro già bocciato dalla Provincia). Qui andrebbero analizzati due aspetti di “inutilità” della delibera, il primo è che queste norme può e deve scriverle la Regione e quindi redatte da un comune non hanno sostanziale valenza; il secondo è che calcolare la quantità di spazzatura ammessa per chilometro quadrati in volume e non in peso, rende la valutazione ancor più complicata. Del resto la Lombardia aveva scritto nella sua norma di volumi perché normava situazioni di discariche. A margine va detto che nella delibera è inserito anche un comma che di fatto estende la possibilità di accogliere siti di lavorazione rifiuti fuori dalla zona industriale, rimuovendo un vincolo del 2005.
La delibera approvata prima in giunta e poi in consiglio (24/4/19) è tornata in consiglio perché ne era stato proposto l’annullamento. Il consiglio ha bocciato la richiesta, di fatto ribadendo che questa delibera pone argine all’arrivo di maggiori quote di spazzatura. Il mio parere è opposto e credo che ci siano ben poche considerazioni da fare, perche dati e parole di quel testo risultano chiarissimi: “… che sia possibile l’insediamento e/o ampliamento di impianti (…) solo nel caso (…) che non sia superato il rapporto dato dai rifiuti autorizzati fino al presente atto …”. Il limite dunque è fissato alla quantità di rifiuti che le aziende OGGI sono AUTORIZZATE a trattare. Qual è questo numero? Fino al giorno del consiglio (3/10/19) credevo fosse 2.700.00 tonnellate all’anno (la regione Campania ne produce circa 2.500.000 di tonnellate per anno). Da venerdì, ottenuti finalmente i dati aggiornati del catasto nazionale rifiuti, sappiamo che già siamo oltre i 4 milioni di tonnellate. Di spazzatura che già oggi potrebbero legalmente essere trattate a Battipaglia perche i vari operatori sono in possesso di regolare autorizzazione a farlo. Più della spazzatura di tutta la Campania più Calabria (773.790) e Basilicata   (196.715 tonnellate/anno)
È evidente che non può essere questa la strada. Come ho già proposto in più sedi, seguendo da appena eletto consigliere questo tema, bisogna negoziare con Regione e Provincia quote ragionate e ragionevoli di rifiuti da trattare, utilizzando categorie logiche non contestabili quali giusta distribuzione dei carichi di spazzatura tra le aree, trattamento di prossimità, salvaguardia delle naturali vocazioni e risorse del territorio. Prima di tentare di imbrigliare con una legge (e la “nostra” non serve, per quanto esposto brevissimamente), bisogna che la politica ragioni e trovi le soluzioni più equilibrate. Di fatto: più etiche.

Pino Bovi
Consigliere comunale di Battipaglia

11 ottobre 2019 – © Riproduzione riservata

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