Palinsesto battipagliese

[di Francesco Bonito]

Con tredici voti favorevoli, il Consiglio comunale di Battipaglia ha autorizzato la costruzione di tredici nuovi palazzi. Per brevità e carità cristiana vi risparmio il burocratese: questa è la sostanza della notizia. Come spesso accade, un fatto oggettivo, misurabile in metri quadrati, metri cubi, euro, viene riportato dai consiglieri comunali e dalle varie forze politiche in modo diametralmente opposto. L’ennesima colata di cemento sulla nostra sventurata città, oppure l’imperdibile opportunità di riqualificare aree degradate senza spendere un euro, anzi, ottenendo cospicui introiti. Le due versioni sono sintetizzate in maniera compiuta nei testi pubblicati nella pagina a fianco (un articolo di Stefania Battista e lo stralcio di un lungo “resoconto del consiglio comunale” diramato dall’Ufficio stampa del Sindaco). Se volete, leggete entrambi e fatevi una vostra opinione. Se ci riuscite. Perché, per esempio, chi scrive ancora non ne ha maturata una. E il motivo è evidente: perché quello che è stato deliberato dal Consiglio comunale è un atto che produrrà i suoi effetti – virtuosi o esiziali – a seconda della sua realizzazione. I battipagliesi hanno una considerevole esperienza di interventi di “rigenerazione urbana”: la lista è lunga per i quarantenni, lunghissima per gli over 50. Nel passato remoto e recente è successo spesso che lì dove ci sarebbe dovuto essere un parco attrezzato è spuntato altro cemento, dove si era promesso un giardino è nata una serie di box, dove si prevedevano fantastiche opere in favore della collettività si sono realizzati manufatti a vantaggio di privati. Per non parlare dei soldi talvolta non incassati dal Comune per quelli che in burocratese vengono definiti “oneri di urbanizzazione”. Ogni battipagliese, mostrando orgogliosamente agli ospiti la propria casa, può affacciarsi al balcone e raccontare: “Sai, qui sotto doveva essere tutto un giardino con vialetti alberati e aree gioco per i bambini. Poi, hanno fatto una variante, ora abbiamo un grande quadrato asfaltato. Ma forse l’anno prossimo ci allacciano alla fognatura comunale”.
Sulla carta, su quelli che per la loro natura provvisoria dovrebbero chiamarsi palinsesti, Battipaglia è una delle cittadine più graziose e vivibili d’Italia. Questo è accaduto perché – a volte, in passato – i politici e qualche dirigente comunale si sono distratti, hanno lasciato le carte nei cassetti, dimenticando di fare rispettare gli impegni e tradendo il mandato avuto dai cittadini. Ecco perché il problema non sono le tonnellate di cemento, i metri cubi, o i progetti sulla carta. Il timore di tutti (tranne i tredici che hanno votato a favore) è che, oggi come ieri, qualcuno autorizzi e poi, svogliatamente, si volti dall’altra parte.

Nella foto: Battipaglia, uno scorcio

17 settembre 2020 – © Riproduzione riservata

Facebooktwittermail