Miasmi, il giudice nomina un perito


Per la prima volta un tecnico, nominato direttamente dal Tribunale di Salerno, entrerà nell’ex Stir di Battipaglia e nell’impianto di compostaggio di Eboli, con l’obiettivo di riscontrare eventuali irregolarità nel trattamento dei rifiuti, di stabilire la “fonte” dei miasmi che invadono da tempo la città, e la loro ipotetica nocività.
Così ha deciso, lo scorso 5 ottobre, il giudice Raffaele Marino, della prima sezione civile del Tribunale di Salerno, dopo l’udienza che ha visto da un lato un cittadino battipagliese, difeso gratuitamente dall’avvocato Antonella di Genova, insieme gli attivisti del circolo locale di Legambiente Vento in faccia, assistiti dal legale Italo Carbone (che, nel presentare il ricorso, si sono avvalsi della consulenza gratuita dell’ingegnere Alfredo Vicinanza); dall’altro, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, proprietaria dell’ex Stir, difesa dall’Avvocatura distrettuale dello Stato, la EcoAmbiente e la Ladurner, società che gestiscono rispettivamente l’impianto di Battipaglia ed Eboli, assistite da Ermanno Santoro e Davide Goetz, insieme al Comune di Eboli, proprietario del terreno su cui insiste l’impianto, che si è affidato alla tutela della dirigente dell’ufficio legale Ernesta Iorio.
Le parti citate hanno presentato i risultati più recenti delle rilevazioni effettuate sugli inquinanti atmosferici: tutto nella norma, fatta eccezione per qualche sforamento.
Eppure, l’odore nauseante che comunque persiste non ha convinto il giudice: per questo si è deciso di avvalersi di un tecnico che, insieme ai consulenti di parte, esaminerà dall’interno i due impianti, entro il 30 gennaio 2019, data della prossima udienza.
«Siamo molto soddisfatti della decisione del Tribunale di Salerno – si apprende da un post pubblicato sulla pagina Facebook del circolo di Legambiente – per la prima volta un tecnico “terzo” avrà la possibilità di verificare quanto accade al Tmb (l’ex Stir, ndr) di Battipaglia e al compostaggio di Eboli».
Viene anche denunciata la «totale assenza delle istituzioni» che non hanno fatto quello in cui sono riusciti un cittadino e una associazione di volontariato.
«Questo è certamente solo un piccolo primo passo rispetto alla lunga strada che ci porta alla ‘conquista’ di una città a misura d’uomo – dichiara Valerio Calabrese, dirigente regionale di Legambiente – in cui non sia utopia vivere senza il fetore dei rifiuti e dello smog, o senza essere assediati dal cemento. Noi cittadini siamo stanchi, ma siamo anche decisi a costruire un futuro diverso, incentrato sulla qualità della vita e la cura del territorio. Per noi e per i nostri figli».

12 ottobre 2018 – © riproduzione riservata
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