In volo | di Maria Antonietta Netri

Era  seduta sui gradini della scala di casa da un bel po’ cercando di scacciare un senso fastidioso di ambascia e di immaginare come sarebbe stato quel viaggio che l’avrebbe portata a tanti chilometri di distanza in una terra che il suo avo aveva visto non certo in veste di  turista, come di contro avrebbe fatto lei: ultimi momenti di tranquilla e forse un po’ triste riflessione prima che la sua spumeggiante compagna di viaggio la trascinasse nel vortice di un’esperienza senz’altro indimenticabile.
Di certo per una persona che non aveva mai preso un aereo tutto rappresentava un’incognita, anche in considerazione delle innumerevoli ore di volo che doveva affrontare prima dell’arrivo. 
Avrebbe avuto quel timore, paura o sacro terrore che tutti le paventavano? Ma no! Al massimo si sarebbe dovuta controllare un pochino perché non certo sarebbe stato carino dare in escandescenza ad alta quota e senza alcuna possibilità di scendere. E i vuoti d’aria, il decollo, l’atterraggio, le tempeste magnetiche, l’avaria dei comandi, il blocco dei motori? Decisamente il film che aveva visto la sera precedente non era stato dei più adatti a tranquillizzarla dal momento che trattava di un disastro aereo. Tutto sommato, però, non c’era molto da preoccuparsi perché immaginava che qualunque cosa fosse accaduta sarebbe stata di certo molto rapida.
La voce cristallina dell’amica la scosse dai suoi pensieri.
“Su, su, è tardi.  Andiamo!”  
Il viaggio cominciava… a grande velocità: la corsa in autostrada, il bagaglio troppo pesante per gli innumerevoli e irrinunciabili capi di abbigliamento e le piccole, grandi cose indispensabili fuori casa, l’aeroporto dalle mille luci con una miriade di persone che si affrettavano ansanti per raggiungere le varie postazioni di partenza e che lei e la sua amica tranquillamente miravamo sedute su un comodo trabiccolo che le trasportava velocemente a destinazione e poi,  a bordo, il rullaggio dell’aereo, l’impegno di pista,
’accelerazione, il decollo, il volo! 
Era fatta. Tutto le appariva stupendo con un senso di curiosità e di libertà poche volte provato, le nuvole infilate e sorvolate, l’intensità dell’azzurro, lo sfumare del giorno nella notte, il brillante disco lunare, le fughe di pensiero, i ricordi, i sogni, una inimmaginabile tranquillità, il lungo riposo ristoratore. Sì, si sarebbe svegliata più tardi pronta ad ogni avventura assicurata da una speciale compagna di viaggio e disposta, assetata di sapere, ad esplorare e ad inebriarsi di ciò che le era ancora sconosciuto.

Maria Antonietta Netri

16 gennaio 2021 – Riproduzione riservata

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