Il silenzio degli innocenti

[di Francesco Bonito]

Battipaglia è alla ribalta della cronaca nazionale grazie a una vasta operazione della Polizia che ha portato all’arresto di quasi novanta persone, tra cui decine di battipagliesi, indiziate di aver costituito un’organizzazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di stupefacenti. Ma non basta: secondo gli inquirenti pare che il sodalizio criminale oltre a gestire droga, gioco d’azzardo e altre attività illecite, avesse la capacità di incidere sulle elezioni amministrative, procurando voti a un consigliere comunale in cambio di “protezione politica”. E così la ridente cittadina, la tranquilla Battipaglia offesa dall’oltraggioso provvedimento di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione camorristica, la città governata dai politici con le mani pulite, si è ritrovata dipinta come la Gomorra della Valle del Sele. Consuete esagerazioni della stampa.
Ma, tra i due estremi, si delinea sempre più nitidamente una realtà preoccupante, almeno per chi ha l’onestà intellettuale e la lucidità per leggere nei fatti. Partiamo da questi: negli ultimi due anni i telegiornali nazionali si sono occupati di noi per l’arresto di un sindaco, lo scioglimento del consiglio comunale, il rinvio a giudizio di un sindaco e di alcuni amministratori comunali, l’arresto o la condanna di familiari di consiglieri comunali e, infine, per la retata del 29 maggio scorso. Televisione, giornali e radio ne hanno parlato diffusamente; i battipagliesi hanno commentato, dividendosi tra allarmati e minimizzatori.
ConsiglioComunaleGli unici che non commentano e, anzi, sembrano infastiditi da tanto clamore e dall’allarme procurato dai media, sono alcuni ex consiglieri comunali di maggioranza: i fedelissimi di Santomauro, i vicini di banco degli indagati o dei parenti degli arrestati. Da due anni tacciono: non una dichiarazione, un’autocritica, una presa di distanza, una denuncia. Niente, solo un assordante silenzio. Eppure fino al giorno prima dell’arresto del sindaco erano i portavoce, i bracci destri, i capistaff, gli alter ego, sempre prodighi di dichiarazioni e comunicati stampa. Dal 9 maggio 2013 sono diventati silenziosi, garantisti fino al negazionismo. Anche all’indomani della retata che potrebbe aver ribadito l’esistenza di pericolosi legami tra criminalità e politica, loro praticano il silenzio ascetico, la meditazione. Con qualche eccezione: ogni tanto una dichiarazione al vetriolo contro i commissari straordinari, tanto per ricordarci che esistono e per far capire da che parte stanno. Ma forse hanno ragione loro, ancora qualche mese di silenzio e, se magistrati e carabinieri si distraggono un po’,  è tutto dimenticato e si torna allegramente a votare.

5 giugno 2015 – © Riproduzione riservata
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