Il prologo e l’epilogo

«Un ricatto bello e buono». Cecilia Francese, che annuncia «una nuova giunta, con deleghe ridistribuite», stigmatizza l’addio dei tozziani, puntando l’indice contro l’ex vicesindaco: «I tre che hanno lavorato sono Michele Gioia, Laura Toriello e Francesca Napoli». Manca un nome: è quello di Ugo Tozzi. «Facile trarre le conseguenze…», risponde la sindaca.

LA DELUSIONE
«Sono serena: ho perso 4 assessori, ma una sola consigliera, Gemma Caprino, e una maggioranza a 15 è l’ideale». L’addio dei 4 la intristisce: «L’avevamo stabilito fin dallo scorso anno che la giunta andava rivisitata, ma era appena iniziato un dialogo, e dire “O tutti o nessuno” è un ricatto bello e buono». La sindaca spiega: «La giunta era una famiglia, e m’ero impegnata a recuperare con contratti e incarichi di collaborazione i due assessori che avrebbero rinunciato». Durissime accuse a Tozzi: «Dice che il suo gruppo non esiste più, ma poi obbliga i suoi assessori a dimettersi e il suo consigliere a lasciare la maggioranza…». E rammaricata aggiunge: «Ha ragione quando dice che dovrei aver più polso, così avrei aperto gli occhi e avrei dato credito a chi m’avvisava che lui è in campagna elettorale da sempre». Per le nomine dei nuovi assessori, la Francese incontra i gruppi di maggioranza: «Ogni forza mi darà una rosa di nomi d’alto profilo e io deciderò». Anche FI, che «per ora avrà un solo assessore». E la Rivoluzione Cristiana dell’ex sindaco Fernando Zara, che riavrà un incarico in seno ad Alba: «È un nostro alleato, e il nuovo amministratore della società troverà un modo affinché possa ancora aiutarci».

L’IRA DEI CONSIGLIERI
I capigruppo Pino Bovi, Pietro Cerullo, Francesco Marino, Giuseppe Salvatore e perfino Valerio Longo firmano una lunga missiva contro l’ex vicesindaco: si dicono “fortemente sorpresi” dal fatto che “Tozzi si definisca liberato dalle catene della Francese”. Alle accuse tozziane d’immobilismo, ribattono dicendo che “in giunta ce n’erano 4 del gruppo di Tozzi”, e che “quei 4 non erano al servizio della città, ma funzionali alle pretese egemoniche del gruppo”. E alle mire elettorali: “Hanno scelto pensando alle nuove elezioni, per le quali chiedevano invano che Cecilia, leader indiscusso di quest’amministrazione, non fosse candidata”.

LA RIUNIONE
I tozziani hanno sbattuto la porta. “I sottoscritti Tozzi, Napoli, Gioia e Toriello rassegnano le dimissioni irrevocabili dall’incarico assessoriale loro conferito”: è quel che si legge in una laconica nota, a firma dei 4, protocollata alle 16 e trenta d’un piovoso lunedì. Sotto ce n’è un’altra, sottoscritta dalla Caprino, consigliera di Tozzi sindaco, che “comunica il suo passaggio all’opposizione dell’amministrazione Francese”.

LA FRATTURA
Le dimissioni al termine di un’infuocata riunione coi capigruppo. Mezz’ora prima avrebbero dovuto incontrarsi gli assessori, ma i tozziani hanno chiesto di rimandare di qualche ora quella giunta che non si riunirà più: dopo il vertice, infatti, sono soltanto Stefania Vecchio e Maria Catarozzo le due superstiti d’una squadra spolpata. I tozziani lasciano. L’incontro è durato 90 minuti, come una partita di calcio: da una parte Tozzi, Gioia, Napoli, Caprino e il coordinatore FdI Liberato Pumpo; con la sindaca, il presidente Franco Falcone, i capigruppo Bovi, Cerullo, Marino e Salvatore e il commissario di Etica Cesare Mancusi. All’ordine del giorno la parola rimpasto. “Dimezza la tua squadra!”, dicono gli “etici” a Tozzi; “Ce ne andiamo tutti”, ribattono i tozziani. Ed è proprio così che va.

10 giugno 2018 – © riproduzione riservata
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