Il mistero del London Eye

Il mistero del London Eye è un romanzo scritto dall’autrice anglo-irlandese Siobhan Dowd nel 2007 (Uovonero Edizioni) e vincitore del Premio Andersen nel 2012. I protagonisti del racconto sono Ted e sua sorella Kate. Ted è “un bambino delle fate”: nel suo cervello gira un sistema operativo diverso da quello delle altre persone, un sistema che comprende il linguaggio verbale ma non i giochi di parole, i modi di dire, il linguaggio del corpo o le emozioni che provano i suoi interlocutori. Ted non sa dire le bugie, ma è imbattibile in quanto a logica, Ted sfarfalla con le mani. Al suo fianco Kate, la tipica adolescente refrattaria alle regole e alle convenzioni, esasperata dalle manie del fratello, che però ama teneramente. I due ragazzi vivono a Londra insieme ai genitori e un giorno la loro vita è stravolta dall’arrivo di zia Gloria e suo figlio Salim, in procinto di trasferirsi in America. Cosa c’è di meglio, allora, se non fare un giro sulla ruota panoramica per dire addio alla cara vecchia Inghilterra? Così i due fratelli accompagnano Salim al London Eye per un ultimo saluto alla madrepatria… peccato che quando la capsula rientra dal suo giro, Salim sembra sparito tra le nuvole. Ma saranno proprio Ted e Kate a risolvere il mistero, nonostante gli adulti.
Il romanzo, scritto con una prosa pulita e scorrevole, catapulta il lettore nel quotidiano di una famiglia “normale” a modo suo, coinvolgendolo nelle vicende che la vedono protagonista. Sullo sfondo si intravedono tematiche importanti che, pur non essendo mai esplicitamente nominate, sono palpabili; la sindrome di Asperger, di cui soffre Ted, è parte integrante della vita della famiglia e chiunque conosca un “bambino delle fate” ne riconoscerà ossessioni e manie. Ma sarà proprio il punto di vista speciale di Ted, rispetto a particolari della realtà che agli altri sfuggono, che gli farà risolvere il mistero e riportare a casa Salim, un altro “diverso” perché “mezzosangue” e, in quanto tale, vittima di discriminazione.
Dalla lettura di questo piccolo romanzo, solo apparentemente per ragazzi, emerge un fatto: la normalità e la diversità sono spesso una “questione di moda e di opinioni”. Tra coloro che palesemente dichiarano di volerle tutelare invocando il rispetto della legge e del senso civico, in realtà si nascondono difensori e paladini del proprio pensiero e del proprio Dio. Non ne faceva certo parte l’autrice, che a lungo si è battuta contro la censura e per la difesa di scrittori incarcerati e perseguitati, trovando proprio nella letteratura per ragazzi una forma di lotta. E non è un caso che in Italia il libro sia stato pubblicato da Uovonero, una casa editrice nota per il suo voler garantire a tutti il diritto alla lettura, perché leggere aiuta a capire il mondo intorno a noi e la comprensione rende liberi, soprattutto dagli stereotipi.

Elvira Raimondi, presidente del circolo “I Libronauti”

21 novembre 2020 – © Riproduzione riservata

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