Grotta di san Michele, Olevano sul Tusciano

[di Eliana Ferraioli]

Dopo la meritata pausa estiva, riprendiamo la nostra rubrica alla scoperta dei siti campani da visitare, parlandovi della Grotta di san Michele Arcangelo a Olevano sul Tusciano, un luogo caratterizzato da forti suggestioni religiose e da un indiscutibile valore storico-archeologico, situata sul fianco sud-occidentale del Monte Raione (quello che nelle fonti di età medievale è definito il mons Aureus), lungo la media-alta valle del Tusciano, a pochi chilometri da Battipaglia.
Vale la pena visitare, almeno una volta nella vita, questo tesoro prezioso immerso nella natura tra ulivi secolari e fitta vegetazione: si tratta, infatti, di uno degli insediamenti alto medievali meglio conservati in Europa. 
Questa famosa grotta, frequentata già dalla preistoria, conosce l’acme della sua fortuna a partire dal Medioevo, quando qui venne edificato un importantissimo santuario micaelico, risalente alla fine dell’VIII secolo d.C. A partire dal secolo successivo, la Grotta divenne tappa fondamentale di numerosi pellegrinaggi alla volta della Terra Santa, compiuti dai monaci dell’epoca. Non è un caso, infatti, che una preziosa testimonianza del santuario olevanese provenga da un monaco franco di nome Bernardo, che nell’870 d.C., di ritorno dalla Terra Santa con due confratelli, fece sosta in questo luogo magico, descrivendolo con dovizia di particolari e annoverandolo tra i loca sanctorum più celebri dell’Occidente cristiano.
Ancora oggi la Grotta di San Michele è meta di numerosi pellegrinaggi da parte di persone desiderose di visitare questo luogo sacro, perchè spinte da profonda devozione religiosa, da spirito di avventura, da amore per l’archeologia oppure da semplice curiosità. Se ancora non ci siete stati, sappiate che dovrete armarvi di molta pazienza (e di un comodo paio di scarpe da trekking) per raggiungere la vetta, ma poi, una volta percorso un incantato quanto impervio sentiero montano, trovandovi di fronte al suggestivo antro micaelico, capirete che i vostri sforzi non saranno stati vani.
Prima di poter varcare la soglia dell’antro, vi troverete dinnanzi uno scalone monumentale, costruito alla fine dell’VIII secolo. Giunti all’interno della grotta, compirete un percorso devozionale che si snoda attraverso ben sette differenti cappelle, la prima delle quali possiede un grandissimo valore sia dal punto di vista artistico che da quello architettonico, dal momento che in essa convergono linguaggi artistici che svelano tradizioni culturali differenti. Basti pensare al bellissimo affresco di scuola romano-bizantina con la Madonna Odigitria, che segna l’inizio del percorso sacro, alle due nicchie in stucco pregiato caratterizzate da elementi artistici tipici della cultura longoborda e di quella romana, e infine alla copertura con una cupola conica di tradizione tipicamente orientale.
Questo luogo incantato, inserito dalla World Monument Fund tra i cento monumenti più importanti al mondo, conserva la sua continuità storica e artistica tra passato e presente: un raro tesoro del medioevo giunto sino a noi, degno di essere conosciuto, indagato e salvaguardato.

13 settembre 2019 – © Riproduzione riservata

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