Divisi si perde

[di Francesco Bonito]

Franklin232Le polemiche che hanno accompagnato l’inaugurazione del bar confiscato alla criminalità organizzata hanno stancato. Appare evidente a tutti che sono strumentali e sterili, alimentate da persone in cerca di uno spiraglio di visibilità, a tutti i costi. Ciò che invece continua a stupirmi e che merita una riflessione è l’attitudine dei battipagliesi a dividersi, a contrapporsi, ad essere conflittuali, spesso e comunque. Un fenomeno tipico dei piccoli centri, aggravato dall’indole competitiva e conflittuale di noi meridionali che, nel nostro caso, assume i connotati di una degenerazione patologica.
A Battipaglia ci si divide e si litiga su tutto: pro o contro la pista ciclabile, pro o contro l’isola pedonale, pro o contro il commissariamento del comune, pro o contro un presidio anticamorra. Spesso il motivo del contendere è irrilevante, è solo una zuffa tra fazioni contrapposte, come in politica, dove da anni è in atto una faida senza esclusione di colpi. Solo da noi capita che i “politici” insultino i giornalisti, che gli ex consiglieri comunali delegittimino i commissari (cioè le stesse istituzioni che dovrebbero difendere) o che una radio attacchi un giornale. Ma sono inspiegabilmente divisi anche i commercianti, gli operatori dell’informazione, le compagnie teatrali, le associazioni culturali. Addirittura ci si divide sul pomodoro battipagliese: con due gruppi che si contendono la paternità del fiaschello.
È  un continuo screditare e diffamare che ci racconta come siamo indietro, quanta strada dobbiamo ancora fare e quanto siamo lontani dall’essere una matura comunità civile. A chi non fosse in grado di cogliere l’appello morale è bene ricordare che anche dal punto di vista economico, materiale, divisi si perde. In una società sempre più competitiva e complessa si dovrebbe provare a fare squadra, sarebbe utile e necessario superare i personalismi e creare sinergie, alleanze: in politica come nel business, nel sociale come nell’informazione. Quelli che non lo capiscono resteranno indietro, inesorabilmente ai margini. A costoro ricordo quello che scrisse Benjamin Franklin nei giorni della gloriosa Rivoluzione americana: “Dobbiamo rimanere uniti o saremo tutti impiccati separatamente”.

17 luglio 2015 – © Riproduzione riservata
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