Difendere la casa comune

[di Romano Carabotta]

Lo scorso 12 febbraio, presso il teatro Aldo Giuffrè della città, si è tenuto l’incontro dal titolo “La cura della casa comune”, una conferenza sull’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, a cui è intervenuto Mons. Giancarlo Maria Bregantini, Arcivescovo di Campobasso-Boiano.
A moderare è stato il Franco Poeta, che da subito ha lasciato la parola al vicario foraneo don Paolo Castaldi, il quale ha ricordato l’impegno dell’Arcivescovo, schierato in prima persona nella lotta contro i poteri forti anche in relazione alle cooperative agricole dei territori in cui svolge il suo ministero, sottolineandone, per questo, la sua forza morale. «In seguito a uno dei roghi che recentemente hanno colpito la città, abbiamo sentito il dovere di sentirci parte viva della vicenda, di dire la nostra. E il pensiero è subito andato alla Laudato si’. Nei giorni scorsi ho parlato di questo incontro – continua don Paolo – come di un momento di formazione: abbiamo l’opportunità, stasera, di costruirci un’opinione consapevole e critica rispetto a quello che ci accade intorno».
In seguito è intervenuto don Michele Olivieri, sia in qualità di membro della Consulta ambientale che di padrone di casa, che ha ricordato che «uno dei virus più spaventosi che serpeggia attualmente nel creato è l’uomo stesso, ma è egli stesso ad essere anche l’antidoto».
Ha poi iniziato a parlare Mons. Bregantini: fulcro del suo intero intervento è stata la triade cuore-corpo-Creato, e più volte l’Arcivescovo ha insistito su quanto questi tre elementi siano strettamente connessi tra di loro. Dopo aver focalizzato le parole chiave di ciascuno dei sei capitoli di cui si compone l’enciclica (consapevoli-armonia-etica-cultura-politica-educare), sono stati illustrati i dieci peccati contro la creazione che dalla Laudato si’ vengono fuori, insieme ai dieci sani atteggiamenti da buoni cittadini ecologici. Infine, è stato ricordato come tutto quello che facciamo incida sul benessere della casa comune: tra gli atteggiamenti errati figura quello di fare la spesa la domenica, definito dall’Arcivescovo «il disastro culturale e spirituale più grande che sia stato commesso».
Al termine del convegno abbiamo incontrato Mons. Bregantini per rivolgergli alcune domande.
In un mondo tanto scristianizzato come quello odierno, qual è il ruolo concreto della Chiesa e dei cristiani nell’impegno per la difesa della casa comune? «La risposta credo sia nel mettere in pratica quello che il Papa ci dice: coltivare un’essenzialità sobria, ma felice. Facendo attenzione ai nostri comportamenti nei confronti della Terra non facciamo un piacere a lei, ma a noi stessi».
Qual è la chiave per recuperare la coscienza di dominio del Creato inteso come nostro esserne signori (e non padroni)? «La chiave è una attenta educazione nelle scuole, e torniamo al discorso della coscienza. Manca sempre di più, ad esempio, lo studio della geografia, che è invece fondamentale, perché studiando e conoscendo i problemi dell’altro, posso comprendere meglio i miei. Ma non è tutto perduto, possiamo fare ancora tanto per cambiare rotta; dobbiamo vincere l’indifferenza e non credere che il problema sia degli altri. E ovviamente lasciarsi prendere allo stupore: un tramonto, una poesia… quanto sono grandi le cose normali a cui siamo abituati! Bisogna ricominciare dai piccoli gesti, come per esempio finire sempre tutto quello che si ha nel piatto, e se proprio devi buttar via qualcosa – scherza Bregantini – prendi delle galline, così almeno avrai delle uova».

22 febbraio 2020 – © Riproduzione riservata

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