Degenerazione urbana

[di Stefania Battista]

Posizioni divise e distanti tra maggioranza e opposizione sulle recenti delibere approvate dal Consiglio comunale in seconda convocazione. Assenti per la seconda volta Bruno Amendola, Antonio Sagarese e Gemma Caprino. Ma per il resto la maggioranza è avanzata compatta incassando il placet di tutti i consiglieri presenti alle contestate delibere che autorizzano quattro interventi in aree dismesse.
Si tratterebbe, per l’amministrazione Francese, della mera applicazione dell’articolo 7-bis del Piano casa che autorizzerebbe incrementi di volumetria in aree dismesse in cambio di una “rigenerazione” e riqualificazione del territorio. La tesi della maggioranza è che con tali interventi si restituiscono alla città 24mila metri quadrati al momento occupati da fabbricati fatiscenti.
La discussione nel civico consesso è stata molto accesa perché, secondo l’opposizione, non solo non tutti gli interventi rientrerebbero nell’ambito di applicazione del “famoso articolo”, ma anche perché l’accelerazione improvvisa nel concedere autorizzazioni a costruire – alcune giacenti da oltre 10 anni – del tutto simili ad altre che in passato sono state negate, viene letta come una cambiale elettorale da pagare in vista delle prossime amministrative. 
Le quattro autorizzazioni consentirebbero la costruzione di oltre 1200 alloggi a fronte di una grave decrescita demografica della città e di una miriade di abitazioni sfitte e vuote. Non sarebbero, insomma le case a mancare, ma piuttosto verde pubblico attrezzato, i servizi, gli spazi di aggregazione, i centri di scambio culturale. Ciò che viene contestato all’amministrazione Francese è il ritardo nel redigere il Puc e la mancata condivisione con le forze sociali della città degli obiettivi strategici. Contestazioni che partono da lontano, da quando cioè sindaco e giunta decisero di annullare il preliminare di Puc portato avanti dai commissari straordinari con il progetto Battipaglia collabora. Si disse allora che la programmazione urbanistica di una città andava lasciata alla politica e lo strumento urbanistico che avrebbe ridisegnato il futuro dei battipagliesi doveva essere espressione di una piena condivisione. Ma la fase di consultazione è stata – anche a causa del Covid – ridotta alla predisposizione di un questionario disponibile online sul sito del Comune. 
Nel frattempo, però, si stanno compiendo i primi passi verso quella che l’amministrazione comunale in carica definisce la programmazione urbanistica di Battipaglia. In tale ottica al Consiglio comunale sono state sottoposte anche le due delibere che dovrebbero incidere sulla zona industriale. Due delibere che, però, sono state ritenute “improcedibili” e scorrette nel metodo – si badi bene non nell’indirizzo programmatico – sia dalla Provincia che dallo stesso Consorzio Asi. Il Comune non avrebbe facoltà di programmazione in zona industriale, ma potrebbe invece intavolare una “co-progettazione” con Provincia ed Asi. Eppure il Consiglio, nonostante vi fosse anche una mozione che suggeriva una strada diversa, ha ritenuto di approvare le due delibere. Approvazione inutile? Fumo negli occhi come sostengono le opposizioni, o vero strumento di programmazione?

17 settembre 2020 – © riproduzione riservata

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