Davide Bruno risponde

Intervista a Davide Bruno, segretario cittadino del Partito democratico

davidebruno02Tempi difficili per il Partito democratico cittadino. Qual è la lettura del segretario Davide Bruno?
«Il PD ha affrontato una fase difficile, caratterizzata da tre elementi: il lungo commissariamento del Comune a seguito dello scioglimento del consiglio comunale, le divisioni locali, la scomparsa del sistema di alleanze del centrosinistra che caratterizza non solo la nostra città ma il resto del Paese. Le divisioni interne ci hanno portato alla paralisi per un anno intero. Dunque noi, a febbraio, non avevamo ancora fatto niente, mentre gli altri erano già in campo. Con le primarie abbiamo messo in piedi una coalizione, ma da un lato siamo stati penalizzati dalla riduzione dei posti in consiglio comunale, dall’altro sono mancate le altre forze della coalizione. I nostri voti sono quelli che avevamo preso sempre: il Pd c’era, ma mancava il candidato sindaco in grado di tessere relazioni esterne».                         

Nell’intervista rilasciata ai nostri taccuini, il segretario provinciale, Nicola Landolfi, preannunciava un commissariamento del Pd locale. Lei ne era a conoscenza? Cosa pensa a riguardo?
«Da un po’ di tempo si parla di questa vicenda del circolo di Battipaglia. La segreteria regionale non risponde, e già in estate la regionale, Assunta Tartaglione, ha chiesto che il cittadino e il provinciale dialogassero. Il commissariamento non c’è, e a livello regionale, al momento, non c’è alcuna volontà di commissariarci. II dibattito e la discussione, ad ogni modo, devono andare su un piano diverso: che modello di partito va impostato nelle sue alleanze e nel ruolo che Battipaglia e la Piana del Sele hanno verso la regione Campania e il Mezzogiorno. Occorre comprendere come colmare il ritardo accumulato e come riposizionarci verso lo sviluppo e la competitività per fermare un lento declino nonostante le eccellenze che abbiamo. Per quanto riguarda le vicende interne, esse lasciano il tempo che trovano: sono altri i luoghi, e io sono certo che il mio impegno ci sarà sempre».

Come può e deve ripartire il Partito democratico?
«Il Pd di Battipaglia può essere punto di riferimento per l’intera comunità. Le divisioni del passato non si mettono via per convenienza o per esigenze del momento, ma alla luce di una visione comune della realtà e sulla base di una prospettiva secondo la quale le aspirazioni di tutti possono convergere in una risposta qualificata ai bisogni della città. Dalla lista del PD alle comunali abbiamo raccolto tante persone di qualità. Da qui abbiamo formato un coordinamento del partito fatto da chi si è candidato, da chi ha voglia di impegnarsi».                         

Qual è il suo giudizio sui primi cento giorni dell’amministrazione Francese?
«Se da un lato è troppo presto per dare giudizi, pur riconoscendo la volontà di affrontare i problemi della città, dall’altro il timore è che l’azione amministrativa possa arrancare nella concretezza. Ci sono questioni fondamentali, dalla gestione delle politiche sociali alla rimodulazione del PIU Europa, passando per l’impostazione della macchina amministrativa, il ridisegno delle aziende partecipate, la realizzazione di infrastrutture ordinarie e sovracomunali. Il problema oggi non è numerico nel consiglio comunale, ma di programmazione e attuazione amministrativa».

Referendum: cosa farà il Pd a Battipaglia?
«Nel rispetto delle posizioni di tutti e delle ragioni che portano ognuno a sostenere le ragioni del sì o del no, il Pd  di Battipaglia promuoverà il comitato del sì organizzando almeno un’iniziativa importante nel merito, perché il rinnovamento dei meccanismi di rappresentanza, il superamento del bicameralismo perfetto e il corretto riparto delle competenze tra Stato e regioni sono temi decisivi».

Nella foto: Davide Bruno

 14 ottobre 2016 – © Riproduzione riservata
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