Dal mio balcone | di Kathia Giordano

Oggi è domenica e l’alba mi ha trovata pronta ad accoglierla con quel misto di ansia e di disperazione che caratterizza i miei giorni recenti. Mi alzo e ciondolo un po’ per casa prima di aprire le tapparelle. Il sole accarezza dolcemente le piante sul mio balcone mentre gli uccellini fanno sentire la loro voce dagli alberi del parco di fronte. In questo tempo sospeso tutti i suoni, i colori, gli odori della natura sono amplificati. Non devono farsi largo tra i rumori della vita di umani distratti e frettolosi. Ora la natura ha ripreso il suo posto e tutto ricomincia a essere scandito dai suoi ritmi lenti e inesorabili. Tutto scorre incurante del dolore che attraversa le nostre vite. Il lutto, la paura, l’incertezza diventano marginali nel grande disegno dell’universo. Ci stiamo riappropriando di una dimensione perduta e siamo impreparati e smarriti. Esco sul balcone e assaporo la lentezza di questa infinita domenica che è diventata la nostra quotidianità e sorseggio il solito tè forte e bollente che dà inizio alle mie giornate. Non so se ce la farò ad arrivare in fondo a quest’incubo e ammiro chi lo scrive dappertutto pur di crederci. Mi limito a sperarlo e intanto cerco di godere del sole che mi bacia il viso, del cinguettio degli uccelli e del tempo dilatato di quest’epoca assurda che mi è toccata in sorte.

23 aprile 2020 – © Riproduzione riservata

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