Dal fiume al mare


Di acqua sotto i ponti ne è passata, ma si è ancora lontani da una decisa risoluzione dei problemi che affliggono il Tusciano.
E così il fiume, lo stesso che fece la fortuna d’una palude trasformata in una grande città, ora allarma la cittadinanza.
Non basta il depuratore: ci sono molteplici motivi per tremare. Sedici buone ragioni, come gli scarichi non depurati dai quali, a detta dell’Arpac (Agenzia regionale per la protezione ambientale in Campania), il Tusciano riceve direttamente e indirettamente l’apporto: soltanto quattro sono a Battipaglia, con i reflui immessi nel torrente Vallemonio, affluente del fiume, a via Belvedere, e con i recapiti direttamente nel Tusciano a via Padova, via Spineta e piazza Cacciatore. Gli altri dodici scarichi privi di trattamento depurativo, invece, sono tutti a Montecorvino Rovella: reflui che arrivano direttamente nei torrenti Cornea, Piesco, San Pietro, Acquolella e Marmo e pure in un corso d’acqua superficiale a via Campania.
Dei risultati si prende atto in riva al mare, ovviamente. Tant’è che i campionamenti effettuati dagli uomini dell’Arpac lo scorso 11 aprile non sono affatto rasserenanti. A suscitare i maggiori timori è l’area di Spineta Nuova, lunga 530 metri. In 100 millilitri d’acqua, sono state rinvenute ben 831 colonie di escherichia coli: 331 in più rispetto al valore limite, che ammonta a 500 Ufc (unità formanti colonie). E l’agenzia stabilisce che quelle acque non sono balneabili. E non lo sono neppure lungo i 200 metri attigui alla foce del Tusciano: lì vige un divieto di balneazione permanente. Il regno della fecalizzazione: l’escherichia coli, infatti, è un batterio che indica la contaminazione fecale. E a Battipaglia imperversa per almeno 730 metri di litorale. Non balneabilità non è ancora divieto di balneazione, visto che dovrà essere la sindaca Cecilia Francese a emanare l’ordinanza. Al di sotto del valore massimo (200) ma comunque superiori di 89 colonie rispetto alle altre zone del litorale battipagliese, gli enterococchi intestinali, che s’attestano a quota 99. Arrivano risultati positivi, invece, dagli altri tre punti di prelievo nei pressi di Lido Spineta e della tenuta Spineta e in località Lido Lago: acque buone, a detta dei tecnici dell’Arpac.
A Battipaglia procedono i lavori per l’adeguamento tecnologico dell’obsoleto impianto di depurazione di località Tavernola, e lo scorso 13 aprile sono state avviate le operazioni di svuotamento delle vasche, con lo smontaggio delle apparecchiature già installate, per consentire l’ultimazione dei lavori. Il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Pasquale Angione, ha rilasciato un’autorizzazione che consentirebbe al Comune, per 240 giorni a partire dal 30 marzo, d’andare in deroga agli obblighi di rispetto dei limiti di emissione allo scarico e sverseranno nel fiume. L’amministrazione s’è comunque attivata per consentire il trattamento depurativo semplificato, che però non prevede né la sedimentazione né l’ossidazione, di tutte le portate nere in arrivo all’impianto prima dell’estate. Quel numero 240, però, a detta dell’amministrazione, è indicativo. «Via libera al depuratore entro l’estate», assicura infatti la sindaca Cecilia Francese. Le fa eco l’assessore Giuseppe Provenza: «Entro i primi 60 giorni si chiuderà la fase più importante dei lavori preliminari, entrati in avvio dal 13 aprile; dopo i primi 150 giorni, dunque, ci sarà il ripristino dell’impianto». I battipagliesi, alla stregua dei saggi cinesi, aspettano l’estate seduti lungo le rive del fiume. Guardandosi bene, ancora una volta, dal toccare l’acqua.

24 aprile 2017 – © Riproduzione riservata
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