Battipaglia: la capitale del pattume


C’è spazio per poco più di 50mila abitanti e per oltre 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti a Battipaglia. Alle porte della Piana, c’è la capitale del pattume: è ciò che emerge dai calcoli dell’assessore all’ambiente Stefania Vecchio. Una città che in un anno produce 20mila tonnellate di pattume, può ospitarne oltre 2,8 milioni: un quantitativo superiore a quello dell’immondizia dell’intero territorio regionale, che è a quota 2,5 milioni di tonnellate. Stando al piano regionale dei rifiuti, in città ci sono quattro impianti privati autorizzati a trattare pattume: in un anno, il primo lavora quasi 80mila tonnellate d’organico e 1,7 milioni di tonnellate d’inorganico; il secondo rispettivamente 34mila e 330mila; un altro ancora 5mila e 25mila e ce n’è uno che può lavorare quasi 20mila tonnellate d’umido, oltre 35mila d’inorganico e 25mila tonnellate di rifiuti pericolosi. Ciliegina su una torta d’immondizia è il centro di trattamento meccanico biologico, l’ex stir: oltre alle 35mila tonnellate da compostare, si possono lavorare 557mila tonnellate di rifiuti inorganici nel centro gestito dalla società provinciale EcoAmbiente.
A Napoli, durante il question time del 17 novembre in Regione, in risposta all’interrgogazione del pentastellato Michele Cammarano, l’assessore campano Fulvio Bonavitacola sul caso Battipaglia dichiara: «Non possiamo accettare il comitatismo no tav applicato ai rifiuti. Le preoccupazioni del Comune e dei cittadini vanno ascoltate per rispondere coi fatti e coi controlli».

Il derby dei rifiuti: Cariello contro Francese
Al confine con Eboli, un invalicabile muro di rifiuti: Battipaglia rimane da sola a protestare. Massimo Cariello, primo cittadino ebolitano, ha tacciato come “populistiche” le posizioni d’una sindaca, Cecilia Francese, definita “bugiarda”.
Battipaglia disapprova i propositi ebolitani d’ampliamento del sito di compostaggio già esistente, che potrebbe arrivare a lavorare 75mila tonnellate di organico, con annessa edificazione d’un biodigestore. All’orizzonte c’è pure il progetto d’un impianto di tritovagliatura nel cuore dell’area Pip gestito dalla Sarim: funzionari regionali hanno indetto una conferenza dei servizi per il 29 di novembre, e il Comune di Battipaglia, al confine con la zona individuata per l’allocazione del centro, non è stato neppure invitato. L’opposizione consiliare ebolitana, però, esorta la politica battipagliese a partecipare al consiglio comunale del 27, durante il quale si parlerà del sito di tritovagliatura. Anche se c’erano solo i rappresentanti della minoranza ebolitana alla riunione consiliare monotematica di Battipaglia sui miasmi e sull’impianto di compostaggio del 17 novembre a Palazzo di Città. «Basta monnezza a Battipaglia», campeggia su uno striscione affisso in aula.
In sala, accanto alla sindaca, il consigliere regionale pentastellato Cammarano. Nell’emiciclo quel che resta dei propositi d’una seduta monotematica congiunta, ripudiata da Cariello: una delegazione dell’opposizione ebolitana, costituita da Antonio Conte e Damiano Cardiello. «Se populista vuol dire stare con la mia gente, allora lo sono», è la replica di Cecilia Francese alle stilettate di Cariello.

Il comitato dice no
Sempre il 17, in conferenza stampa, gli attivisti del comitato “Battipaglia dice no” tirano un ceffone in faccia all’amministrazione comunale, che «prima indice uno sciopero generale e poi fa marcia indietro» e «incontra chiunque ma i sindacati li chiama in ritardo». I no-compost del direttivo, «arrabbiati e delusi», inveiscono contro la montagna Francese che ha partorito un topolino. «Aveva dichiarato guerra – dice l’ex consigliere regionale Cucco Petrone – e invece lottiamo a colpi di timbri e permessi…». Parole al vetriolo all’indirizzo dei «leoni da poltrona», i consiglieri comunali di Battipaglia, che il comitato divide in tre fazioni: «Ci sono quelli che conducono la battaglia con noi, quelli che lottano svogliatamente e quelli che ci contrastano». E i no-compost vogliono i nomi di chi non ha voluto che la seduta monotematica del civico consesso si svolgesse sul’asfalto del piazzale antistante il centro di trattamento meccanico biologico: «Franco Falcone dice che la maggioranza dei consiglieri non ha ritenuto opportuno farlo», dichiara Stefania Battista, la portavoce del gruppo, che riporta le parole del presidente del consiglio. Responsabilità addossate ai vertici comunali: «Se perdiamo la battaglia, la colpa sarà attribuibile soltanto a loro».

I sindacati dicono sì
Il 21 novembre, la triplice sindacale, torna a Palazzo di Città: in sala giunta, Anselmo Botte della Cgil, Giuseppe Baldassarre della Cisl e Gerardo Pirone della Uil. Con loro anche Giovanni Martino di Ugl. I confederati consegnano un documento congiunto alla sindaca e al comitato. Non rinnegano il Piano regionale dei rifiuti, sottoscritto pure dai referenti regionali di Cgil, Cisl e Uil, e si lanciano in un’accorata apologia del compostaggio a Battipaglia, rivendicando la scelta «di privilegiare le aree dove sono collocate strutture di conferimento dei rifiuti indifferenziati per consentire una riduzione della filiera». Lo scrivono nel documento, aggiungendo che «sembra del tutto appropriata l’allocazione in area industriale» e che «il tmb di via Bosco II è uno dei punti strategici». I rappresentanti dei lavoratori vogliono il sito di compostaggio a Battipaglia, ma pure un monitoraggio del territorio, un’ipotesi di fattibilità di razionalizzazione del Piano, un adeguamento della viabilità e un’intensificazione dei controlli. E chiedono di partecipare ai tavoli tecnici comunali.

I controlli
Intanto dalle forze dell’ordine arriva una risposta: l’ex stir non rischia la chiusura. Nei giorni scorsi, gli uomini del Noe, il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Salerno, e i funzionari dell’Arpac, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, hanno effettuato un sopralluogo all’interno del centro gestito dalla EcoAmbiente. Un’importante ispezione, visto che il 18 ottobre scorso era stata inviata ai vertici della società provinciale una diffida: l’unità operativa regionale che s’occupa di autorizzazioni ambientali e rifiuti nel Salernitano ordinava ai gestori del tmb di mettersi in regola e di sopperire alle gravi carenze strutturali venute alla luce durante i controlli del 31 agosto scorso, pena la chiusura.
Nel frattempo, Maria Maddalena Russo, presidente del consiglio di gestione di EcoAmbiente, ha rimesso tutto a nuovo. A Palazzo di Città i dipendenti comunali dell’ufficio ambiente sono venuti a conoscenza dell’ispezione, e hanno contattato Noe e Arpac per prendere possesso d’una copia dei verbali: se la documentazione non arriverà in municipio, la polizia locale procederà autonomamente a un sopralluogo.

24 Novembre 2017 – © Riproduzione riservata
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