Alla scoperta di Capua antica


La nostra proposta per ottobre è Santa Maria Capua Vetere; facilmente raggiungibile da Battipaglia, impiegando un’ora o poco più, sia in auto che in treno.
L’attuale territorio di Santa Maria Capua Vetere, è il luogo dove sorgeva l’antica città di Capua: a suggerirci questo, oltre ai monumenti di epoca romana ancora presenti, è lo stesso toponimo, dal momento che l’aggettivo Vetere deriva dal latino vetus col significato di “antico”. Infatti, Capua è stata una città osca, etrusca, sannitica e poi romana, diventando nel suo periodo di massimo splendore, una delle città più grandi dell’Italia antica, seconda soltanto a Roma, tanto da essere definita da Cicerone altera Roma, l’altra Roma.
Come Roma anche Capua antica ha un importante anfiteatro, secondo per dimensioni, soltanto al Colosseo, ma con il quale non ha condiviso la stessa fortuna, dal momento che l’Anfiteatro Campano è stato, nel corso dei secoli, oggetto di feroci depredazioni. Fu infatti dapprima distrutto dai Vandali nel 456 d.C., poi dai Saraceni nell’841 d.C., per poi essere saccheggiato dai Capuani stessi che lo utilizzarono come cava di materiale da costruzione per la realizzazione di nuovi edifici.
Oggi ciò che resta del monumento corrisponde soltanto alla metà del rivestimento in blocchi di calcare: sono sopravvissute alle razzie dei secoli passati le murature in opera laterizia con i pilastri e le volte che sorreggono la cavea (ovvero le gradinate dove siedevano gli spettatori in base al loro rango di appartenenza), privata, però, di tutte le gradinate e di tutto l’apparato decorativo realizzato in marmi pregiati.
Sebbene oggi l’Anfiteatro Campano appaia privo delle sue strutture portanti e delle sue preziose decorazioni, non è difficile comprendere quella che doveva essere la grandiosità del monumento in origine.
All’interno dell’Anfiteatro venivano organizzati diversi spettacoli, come le venationes, le lotte fra uomini e bestie feroci; e più raramente le naumachiae, le battaglie navali. Tuttavia gli spettacoli più apprezzati dal popolo di Capua erano i ludi gladiatorii, ossia i violenti combattimenti tra gladiatori, che assumevano nomi diversi, in base alla loro armatura e alla tecnica di lotta utilizzata. C’erano, ad esempio, solo per citarne alcuni: i retiarii, armati di una rete e di un tridente; i traci, chiamati così per la loro armatura, che prevedeva un piccolo scudo rettangolare detto parmula e una spada con lama ricurva, leggermente angolata; e i provocatores che provocavano i loro avversari volteggiando intorno ad essi. Tra i più famosi gladiatori che combatterono all’interno dell’Anfiteatro Campano vi fu Spartaco che nel 73 a.C. guidò contro Roma una rivolta servile, che si concluse con la sua morte nel 71 a.C. Secondo la tradizione, Spartaco era alto, bello, intelligente, gentile e carismatico, tanto da diventare, grazie alle sue gesta, un personaggio leggendario, l’emblema dell’eroe capace di lottare in nome della libertà; un eroe che ha suscitato l’interesse dei tanti che lo hanno reso protagonista di romanzi, film e serie tv internazionali.
Se il fascino dell’Anfiteatro Campano e la storia di Spartaco non vi hanno ancora conquistato, vi ricordo che Capua offre altri scorci molto interessanti. Meritano infatti di essere visti anche l’arco di Adriano e il famoso Mitreo, dedicato al culto del dio Mitra.

12 ottobre 2018 – © riproduzione riservata
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